Defense for Children International: i colpevoli del massacro di Gaza dell’estate scorsa sono ancora impuniti

Ramallah-Ma’an. Mercoledì, un gruppo per i diritti umani ha affermato che, nonostante le prove ben documentate, bisogna ancora fare giustizia e perseguire i responsabili delle gravi violazioni commesse dalle forze armate israeliane contro i bambini palestinesi durante la guerra della scorsa estate nella Striscia di Gaza.

Il Defense for Children International – Palestine (DCIP) ha verificato in modo indipendente la morte di 547 bambini palestinesi tra gli oltre 2.200 morti a Gaza, 535 dei quali in conseguenza diretta degli attacchi israeliani durante la guerra iniziata l’8 luglio 2014, e che si prolungò fino al 26 di agosto.

“L’impunità sistemica ha permesso a Israele di continuare le sue politiche di oppressione a Gaza, dove i bambini sono indubbiamente un bersaglio”, ha affermato Khaled Quzmar, direttore generale della DCIP, aggiungendo che il 68% dei bambini uccisi dalle forze israeliane era di età inferiore ai 12 anni.

Il DCIP ha riferito che neanche un soldato è stato ritenuto responsabile per le morte e ha sottolineato che lo status quo attuale di impunità dei membri delle forze militari israeliane sostiene le politiche vigenti, che penalizzano in maniera sproporzionata i bambini palestinesi.

Prove raccolte dal DCIP suggeriscono che le forze israeliane hanno direttamente attaccato bambini durante la guerra dello scorso anno, rivelando diverse posizioni che avrebbero dovuto dare ai ragazzi sicurezza e rifugio, ma che, in pratica, non erano immuni dagli attacchi israeliani.

Il gruppo per i diritti umani ha registrato 164 bambini uccisi in attacchi di droni durante l’offensiva, che colpì anche scuole e case.

In risposta alle accuse di aver attaccato indiscriminatamente e sproporzionatamente abitazioni civili, scuole e quartieri residenziali, le autorità israeliane e quelle statunitensi hanno ribadito che le forze militari hanno preso le massime precauzioni per evitare perdite civili, mentre Hamas avrebbe usato deliberatamente la popolazione di Gaza come “scudo umano” per difendere area militari strategiche.

Il DCIP si unisce a gruppi internazionali di diritti umani per ricordare l’anniversario dell’assalto israeliano contro la Striscia. In aggiunta al rilascio dei rapporti, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHRC) ha votato, all’inizio di questo mese, l’adozione di una relazione ONU sulla guerra dell’estate 2014.

La Commissione d’Inchiesta dell’ONU sul conflitto di Gaza ha rivelato a giugno di aver raccolto “prove credibili” che sia Israele sia la Palestina hanno commesso crimini di guerra durante il conflitto.

La risoluzione del UNHRC ha accolto il rapporto del 3 luglio, invitando alla “implementazione di tutte le raccomandazioni” incluse nel documento.

Ha fatto notare l’importanza delle informazioni che sono state raccolte dalla commissione per appoggiare “futuri sforzi, in particolare, informazioni sui responsabili di violazioni del diritto internazionale”.

Gli Stati Uniti sono stati l’unico stato membro a votare contro la risoluzione, e cinque paesi si sono astenuti.

In risposta agli sforzi mostrati attraverso la risoluzione dell Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, il procuratore e funzionario della difesa internazionale del DCIP, Brad Parker, ha enfatizzato la necessità di firme per andare avanti.

“Le ripetute offensive militari israeliane e la loro completa indifferenza per la legge internazionale hanno sventato tutti gli sforzi significativi per l’implementazione di una completa protezione per i bambini palestinesi”, ha affermato.

“Con l’intenzione di porre fine all’impunità e di aumentare il numero di protezioni per i bambini, i singoli stati devono adottare misure concrete per sfidare lo status quo di impunità sistemica”.

Traduzione di F.H.L.