Il 6 Giugno la delegazione ha partecipato alla "III Conferenza internazionale di Bilin" (4-6 giugno, www.bilin-village.org/) contro il Muro di Separazione che ha separato la popolazione dalle terre coltivabili, organizzata dal Comitato popolare e di resistenza nonviolenta di Bilin, vicino Ramallah, a cui hanno preso parte la Vice Presidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini.
La manifestazione si svolge tutti i venerdì ed è tradizionalmente pacifica; gli abitanti hanno anche vinto un ricorso alla Corte Suprema israeliana che ha dichiarato lillegittimità del tracciato del Muro, che deve essere rimosso, ma la sentenza non è stata eseguita così la popolazione continua la sua protesta.
Quando il nostro corteo ha raggiunto la rete di separazione, senza preavviso ed in assenza di provocazioni, i soldati hanno sparato una raffica di lacrimogeni ad altezza duomo, uno dei quali ha colpito il magistrato Giulio Toscano a pochi centimetri dallocchio.
La nostra delegazione ha incontrato gli avvocati della sezione palestinese di Defence For Children International nelle loro sedi di Ramallah, Hebron e Betlemme, il Ministro per i detenuti palestinesi, oltre a altre associazioni, sia israeliane che palestinesi (Hamoked, Ichad, Al Haq, lHebron Riabilitiation Center, lassociazione Free Marwan Barghouthi), che si occupano a vario titolo delle discriminazioni perpetrate dallo stato di Israele ai danni della popolazione palestinese nei territori occupati. Importanti anche gli incontri con ex detenuti minorenni, che hanno testimoniato gli abusi e le violenze subite nelle carceri israeliane.
Tutte le carceri per palestinesi sono site nel territorio israeliano, così come i Tribunali Militari, in violazione della IV Convenzione di Ginevra (ratificata da Israele), che vieta la deportazione della popolazione residente nel territorio occupato allinterno dello stato occupante.
Le udienze durano circa 10 minuti per ogni imputato, e vengono continuamente introdotti altri imputati, che si avvicendano velocemente.
Alludienza possono assistere i parenti, ma è loro vietato avvicinarsi ai detenuti. Una guardia li fa sistematicamente sedere nei posti più lontani, in ultima fila.
Gli avvocati palestinesi devono conoscere la lingua ebraica e richiedere alle autorità il permesso per entrare in territorio israeliano per incontrare i clienti e partecipare ai processi; altrettanto devono fare i parenti dei detenuti; per ottenere un permesso ci vogliono spesso parecchi mesi, e sovente viene negato. Ai parenti di età compresa tra i 16 ed i 35 anni, è vietato ogni visita ai detenuti.
I detenuti della Striscia di Gaza stanno ancora peggio, in quanto da più di un anno è preclusa la visita dei congiunti.
Il 50% delle condanne nei confronti dei minori è relativa al lancio di sassi, punito con pene fino a 10 anni di reclusione e che costituisce di per sé un crimine anche qualora questi sassi non colpiscano né persone nei veicoli ma siano semplicemente indirizzati verso infrastrutture di sicurezza, come ad esempio il Muro di separazione. Per i reati per i quali è prevista una pena massima inferiore a 10 anni, non è prevista nemmeno la necessità dellassistenza di un difensore.
Alcuni testimoni:
Il quadro offerto alla delegazione di giuristi è estremamente angosciante.
La politica di Israele è volta a stroncare le nuove generazioni di palestinesi, procedendo ad arresti di massa di bambini dai 13 anni in su, trattenuti anche a più riprese per anni nelle carceri israeliane, privi di istruzione e di adeguate cure, destinati a crescere in carceri in cattive condizioni fisiche, di salute e culturali, e, molto probabilmente, marchiati per sempre da un desiderio di vendetta nei confronti degli israeliani.
You welcome, ci ripetevano in continuazione questi ragazzi, mentre ci raccontavano le loro storie; col nodo in gola, a volte, era difficile fare delle domande.
Giugno 2008, Delegazione Giuristi Democratici
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