Deputato musulmano sudafricano: Israele è uno stato di apartheid

Memo. Più o meno nello stesso periodo in cui Al-Jazeera ha iniziato a pubblicare gli Spy Cables, in Sudafrica emerge un’altra storia su Israele, ed è stato coperto un accordo equo nella stampa del paese.

Haaretz, il quotidiano liberale israeliano, ha riportato che l’ambasciatore israeliano in Sudafrica aveva scritto alla sicurezza dell’aeroporto di Ben Gurion praticamente implorando di non tracciare un profilo razziale o maltrattare un ospite speciale proveniente dal Sudafrica.

Stando a quel che si dice, Yusuf Cassim, membro musulmano del Parlamento sudafricano in rappresentanza del partito d’opposizione Alleanza Democratica, avrebbe ricevuto una lettera in ebraico che gli avrebbe permesso il passaggio sicuro dall’aeroporto senza essere arrestato o molestato.

Le forze di sicurezza dell’aeroporto Ben Gurion, vicino Tel Aviv, sono famose per il loro comportamento razzista nei confronti di musulmani, arabi e altre persone di colore. Apparentemente, anche l’ambasciatore conosce i fatti.

Secondo Haaretz, nella lettera egli scrive: “Vi imploriamo di trattare il signor Yusuf Cassim con generosità e rispetto durante i controlli di sicurezza. Si prega di avvertire tutti i funzionari ufficiali raccomandando di controllare il signor Yusuf Cassim in modo tale da dare una buona impressione e preservare i buoni rapporti esistenti tra il Allenza Democratica e Israele”.

Il rapporto ha causato un piccolo scandalo in Sudafrica. Un ramo della Lega giovanile dell’ANC ha dichiarato che il rapporto dimostra che in realtà Alleanza Democratica (suo avversario politico) è un “complice dell’Apartheid Israeliana”.

Un sito di notizie sudafricano ha riferito che Cassim si trovava nel Paese come membro della delegazione di Alleanza Democratica voluta dal Forum South Africa-Israel, un gruppo di lobby pro-Israele. Si trattava di “un tour di studio di Israele, per apprendere e comprendere il conflitto in Medioriente”, ha riferito un ministro ombra del partito.

Parlando alla stampa sudafricana, Cassim ha affermato che si trattava di un viaggio di inchiesta nel paese al fine di aiutare il partito a formulare delle politiche sulla Palestina e sul governo israeliano.

Ciò che più colpisce dell’incidente è quanto questo possa ritorcersi contro gli interessi della propaganda israeliana.

Cassim e la DA in generale hanno ricevuto forti critiche nel Paese per la visita. E il giovane deputato parlamentare ha cercato di sminuire la cosa.

Parlando a Radio Islam, ha affermato che sarebbe disposto a fare viaggi organizzati da gruppi pro-Palestina: “Sto conducendo delle trattative per fare in modo che possiamo visitare il paese con altre organizzazioni pro-Palestina…e siamo tutti d’accordo sul fatto che bisogna effettuare un altro tour prima di poterci sedere e stabilire una politica d’azione”.

Forse in questo caso Cassim è un po’ ipocrita. Ma non c’è dubbio che gli Israeliani razzisti non possono aiutarsi da sé: il razzismo israeliano è intrattabile.

Anche qualcuno che i loro officiali percepiscono come “un buon musulmano” come Cassim, viene trattato in modo razziale all’aeroporto. Questo è successo anche a Cassim a quanto pare.

“Credo di essere stato preso di mira, stavano chiaramente eseguendo un profilo razziale, sono stato fermato ancor prima di entrare in aeroporto, mi hanno interrogato e hanno poi frugato tra le mie cose”, ha detto Cassim a Rado Islam.

La radio gli ha chiesto poi di dichiarare che il suo partito non è amico di Israele e che non ci sono buoni rapporti tra di loro. Cassim ha risposto: “Sì che lo posso fare…come individuo credo che Israele sia un ‘stato di apartheid’”.

Questo è quanto riguardo al tentativo dell’ambasciata israeliana di mantenere “buoni rapporti” con l’opposizione in Sudfrica.

Questa è una storia familiare ad Israele. In tutta la storia del sionismo, il movimento ha cercato di reclutare collaboratori, spie, agenti, interlocutori e alleati da paesi arabi e musulmani, anche all’interno della stessa società palestinese. E ha anche ottenuto un certo successo in tal senso. Ma le promesse che i sionisti fanno a questi collaboratori non vengono mai mantenute.

L’Esercito del Libano del Sud è stata la forza brutale delegata di Israele negli anni della sua occupazione del sud del paese. Quando Hezbollah ha scacciato Israele nel 2000, dopo una vittoriosa campagna di guerriglia, la SLA è fuggita in Israele. Lì, gli era stata promessa una buona vita. Ma, anni dopo, anche loro e le loro famiglie soffrono a causa del razzismo israeliano: sono arabi dopo tutto, e il sionismo è sempre stato e sempre sarà fondamentalmente razzista.

I tentativi di Israele di reclutare alleati in Sudafrica sono disperati ed incompetenti al punto da risultare comici, ed entrano in collisione con lo stesso razzismo dello stato.

Traduzione di Domenica Zavaglia