Diario dal Cairo

Diario dal Cairo, di Mostafa Rifai.

Giovedì 1° agosto, ore 02:45. Una giornata di attese e preparativi. I golpisti hanno giocato allo scarica barile sull’eventuale fantoccio sacrificale: dopo la richiesta di al-Sisi ai cittadini di dargli la delega per sgombrare i sit-in dei sostenitori della legalità, oggi arriva la decisione dell’anziano primo ministro che conferisce tutti i poteri al ministro degli Interni. Nel frattempo, l’esercito ha preso le distanze da tutti e si è ritirato da tutte le strade del paese, lasciando alla polizia il compito di fare il resto. La polizia opera in stretta armonia con malviventi schedati contro i cittadini. In caso di fallimento o di un nuovo bagno di sangue, l’esercito sarà fuori dal gioco, ma se la situazione si trasforma in disordine e anarchia incontrollabile, l’esercito avrà il motivo per intervenire per mettere a tacere tutti. Il modo minaccioso con cui il ministro degli Interni ha parlato, non ha spaventato nessuno, anzi, ha dato l’effetto contrario con migliaia di persone in più che marciano verso le piazze dei sit-in che non arrivano soltanto dal Cairo e dalle città vicine, ma pure da quelle a centinaia di chilometri di distanza. Ad esempio, da Sohage, a 700 km a sud del Cairo, è partita una carovana di manifestanti pro-legalità composta da 322 mini bus, 27 autobus, 500 autovetture private. Molti cittadini a sostegno della legalità e che abitano vicino alle piazze dei sit-in, mettono a disposizione i balconi di casa propria per installare telecamere HD, per documentare qualsiasi eventuale aggressione o violenza. In una campagna di raccolta firme da presentare alla Corte Penale Internazionale contro al-Sisi per i crimini commessi, i partecipanti hanno superato i 118 mila. http://www.avaaz.org/ar/petition/Hkmw_lsysy_mm_lmHkm_ljnyy_ldwly/?cflg

Nella città di Rafah c’è stata un diserzione di massa di 1.500 soldati di leva nella polizia per protesta contro la loro situazione. Ora il campo è sotto la guardia di commandos.

In un altro accampamento militare a distanza di 4,5 km dal Cairo, è in corso una protesta. Nella città di Mansoura, è in atto uno sciopero degli agenti di polizia contro la politica repressiva del ministero degli Interni nei confronti dei cittadini. Alcune fonti riferiscono che il ministero degli Interni ha richiamato 35 mila soldati per lo sgombro dei sit-in di Rabea Rdawiya e piazza Al-Nahdha, e l’appuntamento sarebbe per venerdì mattina. Alcuni manifestanti a Rabea Adawiya brevettano un modellino di elicottero per installare una telecamera con cui si potrà riprendere la massa dei manifestanti.

http://www.egyptwindow.net/news_Details.aspx?Kind=7&News_ID=32170 – Decreto dal ministero dell’Energia e dell’Elettricità per il divieto agli operatori di parlare di politica, in caso d’infrazione saranno applicate delle sanzioni.

Ore 03:52. Genitori dei soldati di leva inviano sms ai loro figli perché non obbediscano agli ordini di aprire il fuoco contro i manifestanti.

Un ufficiale dell’esercito, dichiara: “Tra i manifestanti a Rabea Adawiyapadre ci sono mio padre e i miei 3 fratelli, come posso agire?”
Ore 13:54. Manifestazioni e cortei in quasi tutte le città. Arrivi in massa che si aggiungono a piazza Rabea Adawiya e Al-Nahdha in sostegno alla legalità che si prepara ad attaccare i manifestanti con migliaia di poliziotti e sostenitori del colpo di Stato.

Un altro gesto di follia dei golpisti: mandato d’arresto nei confronti dello scrittore Wael Kandil, un intellettuale e giornalista di grande spessore per la sua critica costruttiva e imparziale.