Diario dal Cairo

Diario dal Cairo.

Dal nostro corrispondente Mostafa Rifai.

Martedì 20 agosto, ore 20:32. Manifestazioni notturne in molte città per sfidare il coprifuoco.

La campagna di disobbedienza civile sta lasciando forti effetti in tutti i settori, al punto che alcune categorie di impiegati statali non ricevono i loro stipendi in tempo. 

La Casa Bianca dichiara che l’arresto della Guida Suprema dei Fratelli Musulmani “non è compatibile con i principi dei diritti umani in cui crediamo”.

Ore 23:36. Un principio insito nei pensieri dei regnanti dell’Arabia Saudita e del Golfo: “Fin quando l’Egitto è instabile, i nostri regni sono al sicuro”. Da qui si giustifica la loro precipitazione servile verso gli USA per chiedere di pianificare il modo di impedire la rinascita economico-industriale dell’Egitto e non permettere una vita democratica in questo paese, e ciò per ostacolare il diffondersi dell’epidemia di libertà e democrazia tra i loro cittadini.

Mercoledì 21 agosto, ore 01:16. Il corrispondente della TV satellitare Al Yarmok conferma in diretta durante una manifestazione alla città di Minya che molti soldati hanno rifiutato d’obbedire all’ordine di aprire il fuoco e hanno abbandonato le armi a terra e se ne sono andati via. Nello stesso servizio, viene data la notizia della decapitazione di soldati alla città di Ismailia che avevano rifiutato di sparare contro i manifestanti.

Ore 11:43. Ieri in diretta su Al Jazeera, la testimonianza della dottoressa Hanan Amin, docente universitaria presso la facoltà di medicina di Zagazig e una delle donne dell’assedio della moschea Al Fath: riferisce che i soldati che eseguivano gli ordini degli ufficiali erano in uno stato anomalo, sotto effetto di psicofarmaci, e che lei ha visto direttamente uno degli ufficiali che somministrava a ogni soldato 2 pasticche di “Tramadol” prima di dare l’ordine di sparare.

https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ZsSSeSy1nj4#t=50

Ore 21:32. Shareef Gamal Seyam, il giornalista che aveva ripreso le brutalità della polizia contro i manifestanti pro-legalità durante il massacro di Rabeaa Al Adawiya, è stato ucciso con gli altri detenuti del carcere di Abu Zaabal. 

http://www.youtube.com/watch?v=X3bf8oY37AM

Ore 22:00. Incendio doloso ai magazzini del Policlinico della città di Sebin El Kom. Punizione per le prime manifestazioni anti-golpe da quelle parti. Così racconta la gente del posto.

Ore 22:38. “Il Rogo di Rabeaa” documentario di Al Jazeera. http://www.youtube.com/watch?v=mNx9F0PGpTI

Ore 23:21. Manifestazione in molte città contro il coprifuoco e il golpe sanguinario.

Una richiesta giudiziaria per far ritornare Mubarak a completare il suo mandato presidenziale, in quanto la sua deposizione risulta incostituzionale! Alla faccia di tutti i morti.

Giovedì 22 agosto, ore 02:03. Una domanda che gira tra molte persone e non trova ancora una risposta: “In piazza Rabeaa Al Adawiya c’è stato un sit-in per 47 giorni, una presenza fissa di centinaia di migliaia di persone con tende, coperte, libri, effetti personali, bancarelle, palcoscenico, generatori di corrente elettrica, fusti di plastica e quant’altro che avevamo tutti visto e documentato. Dopo, il massacro, la cruenta furia omicida e il rogo da medioevo… Tutta la piazza è stata sgomberata e ripulita da ogni segno di macerie, persino il prato dei giardinetti intorno alla piazza, senza lasciarsi dietro alcuna traccia. Ottimo lavoro in tempo record. Adesso dove sono andate a finire tutte quelle macerie? In mezzo a quel disastro siamo sicuri che non ci fosse dell’altro che molte famiglie stanno disperatamente cercando? La cosa certa è che non sono state trasportate nelle discariche pubbliche del municipio del Cairo, ma in luoghi ancora del tutto sconosciuti. Perché?

Video di una persona che propone la domanda: “Dove sono finite le macerie di Rabeaa?” Egli afferma di essere un testimone oculare, e che la macerie erano piene di corpi, e il tutto è stato trasportato in campi dell’esercito e che nessuno era riuscito ad avvicinarsi: https://www.facebook.com/photo.php?v=696056207075951

Ore 22:25. La TV di stato annuncia che domani, venerdì 23.08.2013, il coprifuoco partirà dalle ore 15.00.

1079348_10200443088900319_480653575_nGuardate questo barbuto: è un agente della polizia, con barba da salafita; indossa giubbotto anti-proiettile e si trova vicino al furgone blindato della polizia. 

Secondo la gente si tratta di un elemento delle milizie del ministero degli Interni che vengono usate ad doc da parte delle TV compiacenti dei golpisti e che danno l’impressione che tutti gli islamici siano terroristi per inquinare l’opinione pubblica.

 

 

 

Ore 22:57. Notizia: l’esercito sta assediando ora tutte le moschee della zona di Faisal street e la zona delle Piramidi, tagliando completamente le strade; ha appostato dei cecchini su alcuni edifici e non permette il passaggio delle autovetture. E’ una paralisi completa. Anche la circonvallazione non sarebbe accessibile.

E’ stata interrotta la comunicazione via internet nella zona di Badrashein – Giza [La vecchia Menfis].

Anche nelle citta di Sohag e Aswan non funziona internet.

Ore 23:18. C’è grande disappunto per la scarcerazione di Mubarak. Il movimento 6 Aprile ha annullato la manifestazione di domani. Subito dopo è scattata un’inchiesta giudiziaria nei confronti dei suoi leader per opposizione contro sentenza giudiziaria. Sono stati subito messi a tacere.

Ore 23:44. Da Al Jazeera, l’avvocato degli arrestati tra i Fratelli Musulmani: sono in 10.000.

Venerdì 23 agosto, ore 11:34. Oggi è il Venerdì dei Martiri, giornata già molto tesa.

Una fonte di uno degli osservatori della scena politica egiziana, pubblica il seguente conto dei primi 50 giorni del golpe militare: 6181 morti; 25.552 feriti: 18.565 arrestati. 

E il sangue continua ancora a scorrere,e gli arresti sono in aumento…