Diaro di don Nandino Capovilla, Pax Christi, in Palestina.

Diaro di don Nandino Capovilla, Pax Christi, in Palestina.

…E’ COSI’ EVIDENTE…

Come promesso eccoci qui, a condividere con voi i nostri primi due giorni in Palestina. Due ore di volo separano le nostre vite e il nostro mondo da una realtà che difficilmente riuscivamo ad immaginare immersi nella nostra quotidianità.
Arrivando a Gerusalemme si respira l`aria di una città antica che trasuda storia.
Passeggiando attraverso i vicoli stretti del suq si ritrovano atmosfere, oggetti, fragranze e volti familiari, già incontrati in altri luoghi sulle sponde di questo nostro Mare Mediterraneo.
La riflessione che fin da subito non possiamo evitare, è come sia possibile che la città simbolo di apertura e convivenza intercuturale e religiosa possa paradossalmente trasformarsi in luogo di ostilità, divisione e incapacità di dialogo. Ecco infatti che spostandoci poco più a sud verso Betlemme, il paradosso si fa più evidente. Siamo davanti al muro, che separa le due citta` palestinesi, Gerusalemme da un lato e Betlemme dall`altro.
Aver pensato al muro da casa non ci aveva certo preparati a vedere quanto incontrato qui oggi.
Questa imponente ed orribile costruzione condannata dalle leggi internazionali si insinua all’interno delle terre palestinesi ben oltre quelli che sono i confini tra i due paesi e ruba la terra ad un popolo già schiacciato dall’occupazione.
L’immagine di un’abitazione palestinese circondata su tutti i lati da questa barriera in cemento armato alta 9 metri che la racchiude quasi a soffocarla va oltre a ciò che ci si aspettava di vedere.
Abbiamo visto tante cose ed ascoltato tante storie e testimonianze di cui già oggi sarebbe possibile riempire pagine e pagine. Ma non è per questo che siamo qui. Quello che ci ha portato qui è il desiderio di vedere e capire ciò che sta accadendo in questa terra, la Terra Santa, meta di migliaia di pellegrini che da tutto il mondo arrivano qui ogni giorno con il solo desiderio di visitare i luoghi sacri della Cristianità.
Li vediamo giungere a gruppi numerosissimi e su autobus con targa israeliana, passare velocemente i controlli ai check point e altrettanto velocemente procedere verso quella che sembra la loro unica meta.
Vedendo questo ci viene spontaneo domandarci come sia possibile venire in questa terra senza prendere consapevolezza di quello che sta accadendo. Per questo motivo per noi è importante sforzarci di osservare e denunciare un’ingiustizia così evidente.

TUTTI A RACCOLTA 2007
Patrizia, Monica, Giovanni,
Emanuele, Andrea,Guendalina, Nandino.

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