Dichiarazione Balfour – I Palestinesi sono determinati a riprendersi la loro Storia

PalestineChronicle. Di Marion Kawas. Quando, per la prima volta, incontrai i rifugiati palestinesi nei campi del Libano negli anni settanta, sia nel sud che nei dintorni di Beirut, rimasi sorpreso dalla frequenza con cui sentivo sentimenti come:

“Sì, siamo ben consapevoli di come Israele e gli Stati Uniti stanno lavorando per espellere il nostro popolo, ma in definitiva riteniamo la Gran Bretagna responsabile della colonizzazione della Palestina, della conseguente pulizia etnica e del proseguimento della Nakba”.

Ma mentre Theresa May e Benjamin Netanyahu (e altri) si riuniscono per “celebrare” la distruzione e lo smembramento della nazione palestinese, si guardino della volontà palestinese di sopravvivere e della loro fame e rabbia (per citare Mahmoud Darwish).

Siamo qui, 100 anni dopo, nel 21° secolo presunto illuminato, e il crudo razzismo dello sfruttamento coloniale è ancora propagandato. La Palestina era “un deserto, una palude infestata da zanzare”, i palestinesi avevano bisogno di essere “civilizzati”, e come faceva notare il congresso della Società delle Nazioni, nel 1919, in relazione a paesi come la Palestina, “sono abitati da persone non ancora in grado di badare a se stesse nelle dure condizioni del mondo moderno”.

Tale razzismo era lo standard per l’epoca, non dimentichiamo le osservazioni di Winston Churchill sulla Palestina alla Commissione di Peel del 1937:

La Palestina “non sarà mai coltivata dagli arabi”, disse, e continuò: “Non ammetto, ad esempio, che sia stato compiuto un grande errore nei confronti dei pellerossa in America o del popolo nero dell’Australia. Non ammetto che a queste persone sia stato fatto un errore provocato da una razza più forte…che è venuta e ha preso il loro posto”.

Anche in Canada, il defunto premier Mackenzie King, “fu prodigo di lodi nei confronti del sionismo quando, di fronte alla convenzione di Ottawa della federazione sionista del Canada, il 4 luglio 1922, applaudì gli sforzi della Gran Bretagna (dichiarazione Balfour) a sostegno della causa sionista”.

Ma celebrare certe oscenità in questo giorno e in questo tempo, aggrappati al concetto suprematista di poter garantire una terra che non è tua ad un popolo che nemmeno ci vive ed ignorare completamente i diritti degli indigeni che vi hanno vissuto per generazioni, è scandaloso!

Come ha notato Gideon Levy in un recente articolo del quotidiano israeliano Haaretz:

“Non c’è mai stato niente di simile: un impero che promette una terra che non ha ancora conquistato ad un popolo che ancora non vive lì, senza chiedere agli abitanti di quella terra”.

Tuttavia, l’epoca di tali politiche si sta rapidamente chiudendo. La storia è al fianco dei palestinesi e il sostegno alla causa palestinese sta crescendo a livello mondiale.

Forse Netanyahu e tutti gli altri che ciecamente vanno avanti come se il mondo ancora vivesse nel razzismo coloniale di 100 anni fa, dovrebbe prenderne atto:

I palestinesi sono determinati a possedere la loro storia, il loro presente e il loro futuro. Sono risoluti nel far ascoltare, attraverso le loro voci, la loro storia, la quale è costituita di falsi piani di pace che fungono da copertura di ulteriori espropri e di falsi leader che stanno avanzando.

E saranno responsabili tutti coloro che hanno iniziato, sostenuto e continuato a perpetuare e coprire il progetto sionista colonialista.

– Marion Kawas è Presidente dell’Associazione Palestina del Canada e co- conduttore della “Voice of Palestine”

Traduzione di Bushra Al Said