Dichiarazione per uno Stato Unico nella Palestina storica.

Dopo gli incontri di El Escorial (Madrid) del luglio 2007 e la conferenza di Londra del 17-18 novembre i promotori hanno emesso la seguente dichiarazione:

 

Dichiarazione per uno Stato Unico nella Palestina storica – Madrid e Londra, 2007

 

(traduzione a cura di ISM-Italia, Torino 3 dicembre 2007)

 

Per decenni, gli sforzi per realizzare una soluzione due-stati nella Palestina storica hanno fallito nel procurare pace e giustizia per i popoli palestinese e ebreo-israeliano o nel determinare un reale processo che portasse verso questi obiettivi. 

 

La soluzione due-stati ignora le realtà fisiche e politiche sul terreno e presuppone una falsa parità  nel potere e nelle rivendicazioni morali  fra un popolo colonizzato e occupato da una parte e uno stato colonizzatore e occupante militare dall’altra. Essa è stata sostenuta sulla ingiusta premessa che la pace può essere ottenuta concedendo diritti nazionali limitati ai palestinesi che vivono nelle aree occupate nel 1967,  negando nello stesso tempo i diritti dei palestinesi all’interno dei confini del 1948 e nella diaspora. Ne segue che la soluzione due-stati condanna i palestinesi cittadini di Israele ad uno status permanente di seconda classe all’interno della loro terra natale, in uno stato razzista che nega i loro diritti e  rafforza le leggi che privilegiano gli ebrei a livello costituzionale, legale, politico, sociale e culturale. Inoltre, la soluzione due-stati nega ai profughi palestinesi il diritto, loro riconosciuto a livello internazionale, al ritorno.

La soluzione due-stati rafforza e formalizza una politica di separazione ineguale su una terra che è divenuta sempre più integrata a livello territoriale ed economico. Tutti gli sforzi internazionali per realizzare una soluzione due-stati non possono nascondere il fatto che uno Stato palestinese non è in queste condizioni in grado di funzionare e che l’indipendenza dei palestinesi e degli  ebrei-israeliani in due stati separati non può risolvere le ingiustizie fondamentali, il cui riconoscimento e la cui riparazione  sono al centro di qualsiasi soluzione giusta.

Alla luce di queste dure realtà, noi affermiamo il nostro impegno per una soluzione democratica che offrirà una giusta, e perciò duratura, pace in uno stato unico fondato sui seguenti principi:

·         La terra storica di Palestina appartiene a tutti coloro che vi vivono e a coloro che sono stati espulsi o esiliati dal 1948, senza distinzione di religione, identità etnica, origini nazionali o status di cittadinanza attuale;

·         Qualsiasi sistema di governo deve essere fondato sul principio di eguaglianza, nei diritti civili, politici, sociali e culturali per tutti i cittadini. Il potere deve essere esercitato con imparzialità rigorosa a nome di tutti gli individui  nella diversità delle loro identità;

·         Vi deve essere  una giusta riparazione per gli effetti devastanti di decenni di colonizzazione sionista nel periodo pre e post- statale, che preveda l’abrogazione di tutte le leggi, la fine di tutte le politiche, di tutte le pratiche e di tutti i sistemi di controllo militare e civile che opprimono e discriminano sulla base dell’appartenenza etnica, della religione o dell’origine nazionale;

·         Il riconoscimento delle diverse caratteristiche della società, comprese le diverse tradizioni religiose, linguistiche e culturali e le diverse esperienze nazionali;

·         La creazione di uno Stato non settario che non privilegi i diritti di un gruppo etnico o religioso su di un altro e che rispetti la separazione dello stato da tutte le religioni;

·         La realizzazione del Diritto al Ritorno per i profughi palestinesi secondo la risoluzione 194 del’ONU è una richiesta fondamentale per la giustizia e una condizione fondamentale per il rispetto dell’eguaglianza;

·         La creazione di una politica di immigrazione trasparente e non discriminatoria;

·         Il riconoscimento dei legami storici fra le diverse comunità all’interno del nuovo stato democratico e con le loro rispettive comunità  all’estero;

·         Nel delineare  gli specifici profili di tale soluzione, devono giocare un ruolo centrale coloro che sono stati storicamente esclusi  dalle decisioni – in particolare la Diaspora palestinese e i suoi profughi e i palestinesi all’interno di Israele;

·         La costituzione di una struttura legale e istituzionale per la giustizia e la riconciliazione.

La lotta per la giustizia e la liberazione deve essere accompagnata da una visione chiara, vincolante e morale del risultato – una soluzione in cui tutte le persone che credono nell’eguaglianza possano vedere un futuro per sé e per gli altri.

Noi facciamo appello  alla discussione e alla ricerca, più ampia possibile, per  far avanzare e realizzare una soluzione unitaria e democratica.

 

Madrid e Londra, 2007

Firmato:

Ali Abunimah, Naseer Aruri, Omar Barghouti, Oren Ben-Dor, George Bisharat, Haim Bresheeth, Jonathan Cook, Ghazi Falah, Leila Farsakh, Islah Jad, Joseph Massad, Ilan Pappe, Carlos Prieto del Campo, Nadim Rouhana

The London One State Group

29 Novembre, 2007

 

ISM- Italia

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