Dichiarazioni di Hamas a delegazione politica italiana.

Riceviamo da Monia Benini, membro della delegazione italiana ricevuta la settimana scorsa dall'Ufficio politico di Hamas a Damasco, la trascrizione delle dichiarazioni di Khaled Mashaal.

“Sono molto felice per questa visita coraggiosa, che sarà molto apprezzata dai Palestinesi. Voi esprimete la coscienza mondiale, rappresentate i vostri popoli.

Siamo spiacenti delle posizioni politiche occidentali ma siamo consapevoli che i popoli pensano diversamente.

Il nostro popolo rispetta i Paesi che hanno accolto i Palestinesi: il nostro è un rapporto amichevole con le vostre società. Ogni singolo Palestinese porta rispetto per la vostra cultura, alla quale auguriamo prosperità.

La speranza è che anche i vostri governi siano spinti a lavorare nella direzione in cui si pone la vostra visita.

Hamas è il presente e il futuro Palestinese: si pone con legittimità e lavora con fiducia per un movimento pulito, che tenga al centro la moralità. Questa vostra visita è politicamente giusta, dal momento che sostiene una causa giusta, rispetto ad un popolo che vive per metà nell'occupazione da parte israeliana e per metà nella diaspora. Voi sostenete un popolo che vincerà, e quando avremo lo stato palestinese non potremo che esservi riconoscenti per l'impegno.

Noi desideriamo la conciliazione palestinese. La nostra delegazione a Il Cairo è composta da 45 membri, ed è legittimata a proseguire fino alla fine; la delegazione è più grande per poter discutere di tutti gli argomenti. Ci sono tuttavia alcuni ostacoli fondamentali.

Al Fatah mette la condizione che il governo di unità nazionale deve riconoscere il Quartetto, sostenere gli impegni assunti dall'OLP, e non rendere difficile l'embargo. Queste sono umiliazioni: dal momento che nelle condizioni vi sono anche il riconoscimento di Israele e l'abbandono della resistenza, mentre Israele è venuto meno a tutti gli accordi precedenti. Perchè quindi i Palestinesi non accettano le condizioni? Perchè nessun popolo accetta di essere obbligato a delle condizioni imposte dal suo nemico. La Clinton ci ha imposto delle condizioni, mentre subito dopo ha lasciato la piena libertà a Nethanyau per la formazione del governo israeliano. Gli Stati Uniti, con il Quartetto, mettono il veto su Hamas, ma non fanno la stessa cosa per Israele. Il nostro popolo dunque vive l'oppressione della comunità internazionale che accetta i risultati delle elezioni israeliane (come anche Abu Mazen), ma non quelli palestinesi.

Il governo palestinese deve potersi autoregolamentare democraticamente. Per questo vi chiedo di trattare con rispetto i Palestinesi e di consentire loro di poter scegliere liberamente i loro rappresentanti. Pensate invece che la sorte dei Palestinesi è sospesa a Il Cairo in attesa delle decisioni americane, mentre alla Mecca si era già giunti ad un accordo fra Hamas e Fatah per un governo di unità nazionale. Se incontrate qualche rappresentante di Al Fatah, chiedete loro se è possibile che la propria comunità sia sottoposta al volere di Israele. Provate a chiedere loro se Arafat ha rispettato gli accordi e i Palestinesi sono riusciti ad avere i loro diritti. Chiedete loro chi ha ucciso Arafat.

I popoli liberi non accettano di essere condizionati.

L'OLP è l'organizzazione che ha fatto conoscere i Palestinesi. Perchè l'OLP invece si è completamente fiaccata? Noi insistiamo per entrarvi e per ripristinare il suo ruolo propulsivo. Secondo Al Fatah, l’OLP è l’unico rappresentante legittimo dei Palestinesi, ma vieta ad Hamas di farne parte. Per quanto riguarda gli organi di sicurezza, la volontà di Fatah è quella di ricrearli in modo professionale, lontano dai partiti, ma solamente a Gaza, dal mometo che la Cisgiordania è sotto il loro controllo, con la supervisione del generale americano Dayton.

Un altro ostacolo è rappresentato dai detenuti palestinesi nel carcere di Abbas (più di 600). Che significato hala conciliazione mentre i nostri simpatizzati sono in carcere? LA scusa è quella che a decidere è Fayad: ma se non ha il potere di decidere, che governo è? Nonostante tutto ciò, comunque siamo intenzionati a proseguire con la conciliazione.

Per quanto riguarda il massacro a Gaza, la ricostruzione deve avvenire con due condizioni: la riconciliazione con Abbas e la tregua con Israele. Rinviare il soccorso e la ricostruzione sino al raggiungimento delle condizioni è inconcepibile, ma ci troviamo costretti a seguire queste due strade per non rinviare gli interventi. Per la questione di Israele siamo stati a Il Cairo per un mese per trattare la tregua, e a un passo dalla chiusura, Olmert è ripartito da capo con il rilascio del soldato israeliano, allo scopo di rimescolare le carte in gioco. Noi possiamo rilasciare Shalit se vengono rilasciati i nostri detenuti. Olmert per non rilasciarli tutti ha sospeso la tregua. Potete immaginare se fosse Hamas il responsabile di questo, mentre oggi invece vediamo che nessuno oggi mette in discussione l’ateggiamento di Israele. Sono stati gli Egiziani ad aprire l’argomento Shalit. Gli incontri proseguono, ma Israele ha sospeso l’incontro. In cambio abbiamo chiesto il rilascio di 1000 detenuti: donne, bambini e membri del CLP, in due fasi: 450 in ua prima fase e 550 in quella successiva. All’inizio Israele ha accettato, ma quando hanno visto la lista dei detenuti, le autorità l’hanno respinta, dicendoci che, rispetto ai primi 450, 120 prigionieri non verranno rilasciati, e 130 saranno rilasciati, ma espulsi dai territori. Come sarebbe stato possibile accettare una simile condizione? Specie tenuto conto del fatto che Olmert insisteva dicendoci che se avessimo rifiutato nell’immediato, in futuro gli Israeliani non sarebbero stati così disponibili. Di fatto Olmert vuole il rilascio del soldato prima di andarsene, ma tutto è in stallo.

Abbiamo dovuto constatare la durezza nella coscienza umana rispetto alla ricostruzione e ai soccorsi a Gaza, con la chiusura dovuta alle condizioni imposta da Israele. La vittima di questo atteggiamento è il popolo palestinese e, malgrado tutto, le altre parti insistono sul non riconoscimento di Hamas. Il crimine di gennaio doveva sradicare Hamas, ma la resistenza palestinese p stata sorprendente: l’embargo è fallito, l’occupazione è fallita, la guerra è fallita.

Quando abbiamo vinto democraticamente le elezioni, non ci hanno riconosciuto, anche grazie al ruolo attivo della parte perdente, sostenuta attraverso ingenti finanziamenti esterni. Hamas è quindi consapevole che dovrà resistere per una lunga battaglia.

Vorrei suggerire alcune questioni in merito al ruolo dei presenti a questo incontro:

  1. vorrei chiedervi di fare pressione sui governi per la ricostruzione di Gaza; noi non poniamo nessuna condizione o vincolo sul come fare. Certo, se avremo un nostro governo di unità nazionale, sarà più facile; ma se ciò non avvenisse in tempi brevi, perché si dovrebbe ritardare ulteriormente la ricostruzione? L’Europa può partecipare alla ricostruzione, e noi siamo disponibili ad un soggetto che gestisce i lavori che non sia di Hamas. E’ troppo urgente agire in questa direzione, perché oggi vi sono ancora tantissimi senza tetto.

  2. Vorrei chiedervi di fare pressione sui governi per il riconoscimento di Hamas, che è rispettata dalla maggioraza dei Palestinesi. Hamas ha vinto le elezioni ed è la forza principale. Perché l’Unione Europea non si comporta giustamente verso Hamas? Tutti i popoli hanno storicamente combattuto contro gli occupanti. Perché invece i Palestinesi non possono avere una resistenza? L’Europa potrebbe assumere l’iniziativa per il cambiamento: è rispettata e conosce la zona del Medio Oriente; la sua cultura ci è vicina (anche dal punto di vista storico). L’Europa dovrebbe cambiare la propria politica e imporsi agli Stati Uniti. Mi auguro che le vostre iniziative continuino nel sostegno alla Palestina: per noi sono utili e ci danno fiducia, ma soprattutto sono importanti per i Palestinesi. La visita delle delegazioni a Gaza e a Damasco sono fondamentali, ma vi propongo di visitare anche la Cisgiordania, in modo da vedere ciò che sta attuando il governo Abbas. Lo stesso Barghouti ha detto ad Hamas che quella di Fayad è una dittatura di polizia.

  3. Vi chiedo di continuare nelle vostre missioni per incontrare i governi arabi. Molti temono gli USA: visitarli significa dare loro fiducia e sostenerli in un ruolo autonomo dagli Stati Uniti.

Scrivete, sollecitate i vostri governi. Fate conoscere la situazione e il popolo palestinese.” (Khaled Mashaal)


http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=49004&format=html
http://www.sana.sy/eng/21/2009/03/18/217703.htm
http://www.kuna.net.kw/newsagenciespublicsite/ArticleDetails.aspx?id=1984077&Language=en&searchtext=Fernando%20Rossi
http://www.almanar.com.lb/newssite/NewsDetails.aspx?id=78346&language=en
http://ikhwanweb.com/Article.asp?ID=19624&SectionID=0
http://www.sana.sy/eng/21/2009/03/18/217724.htm

Moni Benini, www.perilbenecomune.net

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