Dichiarazioni palestinesi nella 36° Giornata della Terra

Gerusalemme occupata – InfoPal. “La lotta per al-Quds (Gerusalemme) e per la moschea di Al-Aqsa non si arresterà mai fino alla loro liberazione, e questo è un punto fermo nello spirito di ogni arabo e musulmano nel mondo. La questione palestinese è la resistenza di tutti”.

Queste le dichiarazioni nel comunicato stampa rilasciato oggi dal Movimento di Resistenza Islamica, Hamas, in occasione del 36° anniversario della Giornata della Terra. 

“Le proteste, ogni manifestazione sul campo costituiranno fino ad allora (fino alla liberazione) un punto di riferimento che ispirerà tutti i popoli. Non è la violenza israeliana, né i tentativi sionisti di mutare la geografia della Palestina, o le violazioni a Gerusalemme con le istigazione contro la moschea di Al-Aqsa, a sotterrare la questione, né il popolo palestinese”.

In questa occasione, Hamas ha voluto anche ricordare quanto sia tanto più necessario raggiungere la riconciliazione nazionale per formare un blocco palestinese contro Israele.

Tra le iniziative in corso in queste ore, sono state menzionate le manifestazioni a Gerusalemme e in Cisgiordania, dove la presenza militare è stata massiccia sin dalla notte scorsa, quelle dei palestinesi in Israele (Territori palestinesi occupati nel ’48, ndr), e tutti coloro che stanno manifestando in Siria, in Libano e in Giordania.

Nel comunicato, un ringraziamento particolare è stato riservato all’iniziativa internazionale Global March to Jerusalem.

La Palestina: una ferita mai guarita. Così è intervenuto Jamal Zahalka, deputato palestinese al parlamento di Israele (Knesset), nel ricordare la questione della terra, centrale per la liberazione della Palestina.

“Ad oggi l’80% della terra palestinese è stata occupata da Israele. A tal proposito, è bene chiarire: ‘Non intendiamo restare a difendere ciò che rimane, quanto a lottare per riprenderci la terra derubata dai sionisti.

“In questo, la nostra determinazione è direttamente proporzionale alla brutalità e alla rapidità della pulizia etnica condotta da Israele”.

Lo storico Zakaria Sanawwar ha parlato di “diritto di resistenza del popolo palestinese, il cui modello è unico nel suo genere poiché intorno ad essa c’è sempre stato il consenso unanime della popolazione”.
Così dicendo, Sanawwar ha ripercorso anche l’involuzione storica, con l’azione dei partiti politici palestinesi e il loro confronto con l’occupante (i negoziati), nonostante non sia mai esistito alcun grado di parità.

Con le divisioni politiche svaniscono le occasioni. Analogamente, un altro storico e analista politico da Gaza, Talal ‘Awkal, ha parlato di “debolezza del fronte palestinese proprio per mancanza di unità e di una visione comune sulla resistenza”.

“Non è forse la Giornata della Terra l’occasione che riporta a galla la verità? I palestinesi sono uniti nel fare ritorno in Palestina, principio questo, che non morirà mai. Le divisioni politiche fanno slittare il giorno della liberazione, e rinforzano l’occupazione”.

La terra, al centro del conflitto. Muhasen Abu Ramadan, presidente delle Organizzazioni non governative (Ong) palestinesi condanna il livello di pulizia etnica, cambiato in parte nelle sue modalità, ma una costante sionista, allora come oggi.

“Israele è arrivato persino a voler annientare l’esistenza di una lingua. Reprime i palestinesi, ma non risparmia chi esprime solidarietà alla causa, soprattutto nel mondo arabo. Di fianco alla resistenza popolare, bisogna isolare Israele in campo internazionale, e nessun compromesso con l’occupante”.

Dalla Tunisia giungono le dichiarazioni della leadership di an-Nahda per un “sostegno e un attivismo diretti al ripristino dei Diritti Umani dei palestinesi”.

“Fare di questo una questione costante e di principio”, si legge nel comunicato di an-Nahda, che oggi ha anche voluto ricordare la questione dei detenuti palestinesi nelle prigioni dell’occupazione israeliana e Hana’ ash-Shalabi, detenuta impegnata in un lungo sciopero della fame e condannata alla deportazione verso la Striscia di Gaza.

Ancora dall’Egitto, il segretario del partito “Coalizione”, Ra’faat Sa’id, ha invitato la folla egiziana a manifestare nella Giornata della Terra palestinese, “perché la causa di liberazione è sacra.

“Bisogna rispondere alla chiamata palestinese, da qualunque parte giunga l’appello”.