Tel Aviv, Gaza – The Palestine Chronicle. Venti soldati israeliani appartenenti a una brigata di fanteria si sono rifiutati di tornare sul campo di battaglia nella Striscia di Gaza e a dieci di loro è stato notificato che dovranno affrontare un processo se si rifiutano di obbedire agli ordini militari, come riportato mercoledì dall’emittente pubblica israeliana KAN.
Secondo l’agenzia di stampa Anadolu, KAN ha dichiarato che i soldati che hanno ricevuto le notifiche martedì dovranno affrontare un processo per aver disubbidito agli ordini militari se non torneranno a combattere a Gaza.
Il canale avrebbe citato diversi soldati israeliani che hanno dichiarato di non essere in grado di tornare dopo dieci mesi di combattimenti nella Striscia, ma di essere comunque pronti ad assumere altri incarichi.
KAN ha menzionato che anche diversi battaglioni di altre brigate hanno espresso difficoltà analoghe per combattere a Gaza.
Le famiglie dei soldati si schierano in difesa.
L’emittente pubblica israeliana ha citato le famiglie di alcuni soldati, affermando che i loro figli “sono costretti a condurre manovre terrestri a Gaza o rischiano la prigione”.
Le famiglie dei soldati hanno espresso la loro incredulità e il loro rifiuto per queste misure e hanno promesso di aiutare i loro figli a sfidare il sistema.
Sono rimasti solo pochi soldati nella loro compagnia che sono in grado di combattere”, hanno detto le famiglie, “questo è il nostro momento come genitori per aiutarli a confrontarsi con un sistema che non si preoccupa per loro”.
Un portavoce dell’esercito israeliano, da parte sua, ha assicurato che i leader militari stanno facendo tutto il possibile “per sostenere e assistere i soldati nell’adempimento dei loro vari compiti operativi”.
Il portavoce israeliano ha dichiarato che nessuna misura disciplinare, inclusa la detenzione, sarà presa contro i soldati.
Carenza di soldati.
A luglio, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato che l’esercito israeliano ha urgentemente bisogno di 10 mila soldati in più a causa della guerra in corso nella Striscia di Gaza.
“L’esercito ha bisogno di altri 10 mila soldati immediatamente”, ha dichiarato Gallant, secondo la Radio dell’Esercito, durante una sessione della Commissione per gli Affari esteri e la Difesa della Knesset.
Egli ha menzionato che l’esercito potrebbe reclutare 4.800 soldati tra gli ultraortodossi.
Ciò fa seguito alla sentenza unanime della Corte Suprema di Israele della scorsa settimana, secondo cui gli ebrei ultraortodossi devono essere sottoposti alla leva militare, ponendo fine a decenni di esenzione dal servizio.
Nel frattempo, il Canale 12 israeliano ha riferito che l’esercito ha recentemente riconosciuto una crisi tra i ranghi di comando, con una tendenza notevole di ufficiali nei gradi di capitano e maggiore che lasciano i loro posti.
Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha rivelato ad agosto che i nomi di decine di migliaia di soldati israeliani sono elencati tra quelli uccisi e feriti nella guerra in corso a Gaza.
Secondo il rapporto, “non meno di 10 mila soldati, uccisi o feriti durante i lunghi mesi di combattimenti nella Striscia di Gaza, mancano oggi dalle IDF”.
Il giornale ha anche rivelato che circa mille soldati “si uniscono alle file dei feriti fisici e mentali”, come registrato dal dipartimento di riabilitazione del ministero della Sicurezza israeliano.
Nonostante queste cifre allarmanti, sia la Knesset che il governo hanno portato avanti la riformulazione e l’approvazione di una legge per estendere il servizio militare obbligatorio, lasciando, secondo quanto riferito, i soldati regolari in uno stato di significativa frustrazione e incertezza.
Dall’inizio della guerra, l’anno scorso, circa 900 ufficiali hanno chiesto di rivedere il rilascio dei loro contratti.
Questa crisi ha diversi fattori che vi contribuiscono, tra cui spiccano gli eventi del 7 ottobre. Gli ufficiali hanno riferito di sentirsi poco apprezzati e delegittimati dall’opinione pubblica e da alcuni politici.
Genocidio in corso.
In spregio a una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato, Israele affronta la condanna internazionale per la sua continua e brutale offensiva su Gaza.
Attualmente sotto processo davanti alla Corte internazionale di giustizia per genocidio contro i palestinesi, Israele conduce una guerra devastante su Gaza dal 7 ottobre.
Secondo il ministero della Sanità di Gaza, 40.602 palestinesi sono stati uccisi e 93.855 feriti nel genocidio in corso a Gaza dal 7 ottobre.
Inoltre, almeno 11 mila persone sono irreperibili, presumibilmente morte sotto le macerie delle loro case in tutta la Striscia.
Israele afferma che 1.200 soldati e civili sono stati uccisi durante l’operazione “Ciclone di al-Aqsa” del 7 ottobre. I media israeliani hanno pubblicato rapporti che suggeriscono che molti israeliani sono stati uccisi quel giorno da “fuoco amico”.
Le organizzazioni palestinesi e internazionali affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite tra i palestinesi sono donne e bambini.
La guerra israeliana ha provocato una grave carestia, soprattutto nel nord di Gaza, che ha causato la morte di molti palestinesi, soprattutto bambini.
L’aggressione israeliana ha anche portato allo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone da tutta la Striscia di Gaza, con la stragrande maggioranza costretta nella città meridionale di Rafah, densamente affollata e vicina al confine con l’Egitto, in quello che è diventato il più grande esodo di massa della Palestina dalla Nakba del 1948.
Centinaia di migliaia di palestinesi hanno iniziato a spostarsi dal sud al centro di Gaza, alla costante ricerca di sicurezza.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.