Dietrofront di Abu Mazen: riparte il dialogo con Israele.

Da www.il manifesto.it del 6 marzo 2008

Dietrofront di Abu Mazen: riparte il dialogo con Israele

Michele Giorgio
Gerusalemme

Abu Mazen ingrana la marcia indietro. Due giorni fa, al termine
dell’incontro con il Segretario di stato Condoleezza Rice, e ancora
ieri mattina, il presidente palestinese aveva sostenuto che l’Anp non
sarebbe tornata al tavolo delle trattative con Israele prima del
raggiungimento di una tregua a Gaza. Una posizione conseguenza dei 120
morti palestinesi – 50% dei quali civili (l’ultimo è una neonata
uccisa martedì sera) – nella pesante offensiva lanciata da Israele.
All’improvviso è giunto il colpo di scena. «Il processo di pace è una
scelta strategica. Abbiamo intenzione di riprendere il negoziato», ha
riferito l’ufficio della presidenza palestinese da Ramallah. Poco dopo
si è appreso che i colloqui potrebbero riprendere già la prossima
settimana, con la partecipazione della Rice.
Il punto non è il negoziato israelo-palestinese ripartito ad Annapolis
– nessuno si aspetta che porti ad un accordo entro il 2008 fondato
sulla legalità internazionale – perché a causare sconcerto sono
l’indecisione, la debolezza, l’incapacità di Abu Mazen di
rappresentare i sentimenti della sua gente in questi giorni
insanguinati. Un atteggiamento che, inevitabilmente, lo espone a
critiche feroci.
«Abu Mazen è un uomo debole, che non è stato in grado di proteggere il
popolo palestinese», ha detto Fawzi Barhoum, un portavoce di Hamas.
«America e Israele – ha proseguito – non lo tengono in alcuna
considerazione e lo usano solo come uno strumento per imporre i loro
piani». E a pensarla così non sono soltanto quelli di Hamas ma la
maggioranza dei palestinesi.
In serata un colono israeliano è stato ferito nel villaggio
palestinese di Idna. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato
attaccato da palestinesi armati e avrebbe risposto al fuoco rimanendo
però ferito in maniera grave.

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