‘Dignità’ lo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi, a una settimana dall’inizio della protesta

Gaza – InfoPal. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FplP) comunica che il segretario generale di partito, Ahmed Sa’daat, proseguirà lo sciopero della fame insieme al resto degli oltre 1.600 detenuti palestinesi in protesta dal 17 aprile scorso.

L’avvocato è riuscito a incontrare Sa’daat, in detenzione in isolamento. Il legale ha fatto sapere che, in una settimana, il leader del Fronte ha perso 6kg di peso. Nella prigione di Raymon, l’avvocato si è accertato anche delle condizioni di salute dei detenuti ‘Ahed Abu Galma, Mahmoud ‘Eisaa e Hassan Salama.

A partire da oggi, nelle prigioni di Megiddo e di Jilbo’, altri detenuti, tutti del FplP, si uniscono allo sciopero della fame, e altre adesioni sono attese nei prossimi giorni.

A una settimana di avvio dello sciopero della fame, diventano 2500 i detenuti palestinesi che hanno aderito all’azione di protesta contro abusi e maltrattamenti, arbitrarietà, detenzioni amministrative e isolamenti, divieto dei diritti fondamentali e aggressioni fisiche.

Intanto Israele…Le autorità carcerarie israeliane hanno trasferito 17 detenuti palestinesi impegnati nello sciopero della fame dalla prigione di ‘Asqelon verso quella di Eishel. Sono in gran parte detenuti sofferenti, tra i quali Nasser Abu Hamid. Nella prigione di Nafhah, Israele vieta qualunque visita agli avvocati.

Dal Jihad Islamico, il leader dei prigionieri Shaykh Bassam as-Sa’adi, ha pronunciato oggi parole di conforto per i detenuti impegnati nello sciopero a oltranza: “Lo sciopero ‘dignità’ è una strategia diretta a coinvolgere il maggior numero di detenuti. Essa farà pressione sulle autorità carcerarie israeliane e farà da eco nazionale, regionale e internazionale”.

Cresce l’apprensione per i due detenuti Hassan as-Safadi e ‘Omar Abu Shalal.
As-Safadi, al 50° giorno di sciopero della fame, ha perso 30kg di peso, rischia la disidratazione e in questi giorni ha la febbre alta.
Trasferito dal carcere verso una stanza in isolamento nell’ospedale di Ramle il 6 aprile scorso, il detenuto è stato pestato non appena giunto in ospedale. Avverte forti dolori ai reni e ha cali di pressione che preoccupano i gruppi per i Diritti Umani che ogni giorno forniscono aggiornamenti come fa la Fondazione Tadamon.

Abu Shalal entra oggi al 5° giorno di sciopero. Ieri, dall’ospedale di Ramle, ha scritto una lettera nella quale ha informato che non fermerà lo sciopero fino a quando non sarà sospesa la detenzione amministrativa nei suoi confronti.

Ai due si aggiunge Mahmoud Sarsak, detenuto di Gaza al 36° giorno di sciopero della fame, anch’egli rinchiuso nell’ospedale di Ramla.

Nei confronti di Ta’er Halahla, al 57° giorno di sciopero della fame, un tribunale israeliano ha deciso oggi il rinvio di 20 giorni dell’udienza di appello.

Dalla Giordania, giunge dai partiti la solidarietà per i detenuti palestinesi: Coalizione dei partiti popolari e di sinistra, Partito socialista Ba’ath, Ba’ath progressista, Movimento popolare per la democrazia diretta, Partito popolare democratico ‘Moltitudine’, Comunisti giordani e “Unità”, Partito popolare democratico.