Betlemme-Ma’an, PIC e Quds Press. E’ pesante il bilancio del “Venerdì della Rabbia” – una catena di manifestazioni e proteste lanciate dalla popolazione autoctona palestinese contro le misure repressive e oppressive israeliane alla Moschea al-Aqsa: 3 Palestinesi sono stati uccisi – due da soldati e uno da un colono-, 440 feriti e 27 sequestrati dalla polizia di occupazione.
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21 luglio 2017.
Venerdì pomeriggio, tre giovani Palestinesi sono stati colpiti e uccisi a Gerusalemme Est, durante una massiccia protesta contro le misure di “sicurezza” decise da Israele nel complesso di al-Aqsa.
Si tratta di Mohammad Sharraf, 17 anni, Mohammad Abu Ghanam, 20 anni, Mohammad Lafy.
Abu Ghanam è stato colpito dai soldati israeliani durante una manifestazione a al-Tur, ed è morto per le ferite all’ospedale al-Makassed. Nella foto e nel video qui sotto, il cadavere del ragazzo spinto sopra il muro da altri Palestinesi per evitare che lo sequestrassero le forze israeliane.
Il check-point di Qalandiya è stato testimone di scontri violenti, prima e dopo la preghiera del Venerdì. Oltre 3.000 palestinesi hanno eseguito la preghiera comunitaria nei pressi del checkpoint israeliano dopo che l’accesso alla moschea al-Aqsa è stato vietato da Israele, domenica scorsa.
La polizia israeliana ha sparato proiettili letali, gas lacrimogeni e pallottole rivestite di gomma contro i palestinesi che protestavano contro le nuove misure. Almeno dieci persone sono rimaste ferite negli scontri a Qalandiya.
Violenti scontri sono esplosi anche a Bab al-Asbat, nella Città Vecchia, nell’area di Bab al-Amud, di al-Majlis e Wadi al-Joz.
(Nella foto, la vittima del colono, Mohammed Mahmoud Sharaf, di 17 anni).