Dirar Abu Sisi in isolamento da due anni a causa di un presunto “fascicolo riservato”

Gaza-InfoPal. Dirar Abu Sisi, direttore della centrale elettrica di Gaza, detenuto nelle carceri israeliane, ha affermato che lo Stato ebraico ha respinto le sue richieste di uscire dall’isolamento a cui è soggetto da due anni.

Mercoledì 20 febbraio, nella sua dichiarazione rilasciata all’avvocato del Centro palestinese per i diritti umani, Pchr, che lo ha visitato nel carcere di Ashkelon, Abu Sisi ha affermato che dal 19 febbraio 2011, data in cui fu arrestato, egli vive in completo isolamento e vede solo il giudice israeliano e il suo avvocato, aggiungendo di aver presentato numerosi appelli per chiedere di uscire dall’isolamento, che tuttavia, sono stati respinti dal giudice a causa di un suo presunto “fascicolo riservato” in possesso dell’accusa israeliana.

Abu Sisi ha sottolineato che la sua salute è in continuo a peggioramento, dicendosi costretto ad assumere nove tipi di farmaci al giorno, per le sue varie malattie: soffre di calcoli biliari, emicrania, ipertensione, emofilia, mal di schiena, difficoltà a respirare e malnutrizione che ha portato ad una drammatica diminuzione del suo peso.

L’avvocato del Pchr è riuscito a visitare Abu Sisi per la prima volta il 20 marzo 2011, e ha continuato a visitarlo, dal momento che il Centro palestinese ha deciso di seguire il suo caso di rapimento.

Il Centro per i diritti umani ha espresso forte preoccupazione per la vita del detenuto, che vive in isolamento nella prigione di Ashkelon da due anni.

Il Pchr ha attribuito allo Stato ebraico la piena responsabilità per la vita di Abu Sisi, esortando la comunità internazionale a fare pressioni su Israele per porre fine al suo isolamento.

Il Centro palestinese per i diritti umani ha inoltre espresso timori sul deterioramento della salute di Dirar Abu Sisi, invitando l’amministrazione carceraria israeliana a trasferirlo in un luogo adatto alle sue condizioni di salute.

In un contesto correlato, il Centro si è detto preoccupato per il continuo peggioramento delle condizioni di vita di più di 4700 palestinesi, detenuti nelle carceri israeliane, tra cui circa 186 sono sottoposti alla detenzione amministrativa, vedendosi violato in modo palese il loro diritto ad un processo equo.

Il 18 febbraio 2011, il servizio d’intelligence israeliano, Mossad, rapì Abu Sisi dall’Ucraina, dove si era recato in visita ufficiale coordinata con le autorità del paese. Da quel momento, il direttore della centrale elettrica di Gaza vive in una cella di isolamento.