Direttore al-Mizan: ingiustificabile il ritardo nell’aderire alla Corte penale internazionale

Gaza-Quds Press. Un legale palestinese ha esortato la leadership dell’Autorità palestinese, Anp, il presidente Abbas, in testa, ad accelerare l’adesione della Palestina alla Corte penale internazionale, ritenendo qualsiasi ritardo “ingiustificato”.

Raji al-Sourani, direttore del Centro al-Mizan per i diritti umani, ha dichiarato: “Il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro all’Onu, avvenuto il 29 dicembre scorso, ha sbarrato la porta ad Abbas per firmare e ratificare i trattati internazionali, tra cui anche lo Statuto di Roma” .

Il legale ha quindi sottolineato che l’adesione a tali trattati “concede all’Anp la possibilità di affrontare Israele sul terreno giuridico, e fermare i suoi crimini”, in quanto, secondo al-Surani “la questione non riguarda solo le vittime palestinesi cadute durante le aggressioni israeliane, bensì, ha a che fare con le fondamenta del conflitto israelo-palestinese”.

La Corte penale internazionale rappresenta l’istituzione più autorevole, alla quale ci si può rivolgere per porre fine all’impunità di cui godono gli autori di crimini contro i palestinesi.

Al-Sourani ha affermato: “la Palestina, in qualità di Stato, può ratificare lo Statuto di Roma, e quindi, ottenere la possibilità di perseguire i leader israeliani che hanno commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità nel corso degli anni”.

Ha poi aggiunto: “L’Anp deve solamente firmare e ratificare lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale. Dal canto nostro, ci facciamo carico di rappresentare le vittime, e perseguire i criminali di guerra israeliani”.

Il direttore del centro per i diritti umani ha ribadito che “le porte sono aperte per l’adesione palestinese alla corte. Lo stesso Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha riconosciuto all’Anp tale diritto”.

Al-Sourani ha comunque osservato che “l’adesione alla Corte penale internazionale, non rappresenta, in alcun modo, un’alternativa a qualsiasi forma di lotta contro l’occupazione, quella armata compresa”, aggiungendo che “tuttavia, per ora, l’adesione è l’unico modo disponibile, per cui, qualsiasi ritardo è incomprensibile ed ingiustificato”.

Ha proseguito: “I civili palestinesi, che sarebbero persone protette dal diritto internazionale umanitario, hanno subito duri attacchi da parte delle forze israeliane. Nel 2008-2009, durante l’operazione Piombo Fuso, oltre l’80% delle vittime erano civili, mentre per altri crimini successivi, nessuna inchiesta è stata ancora aperta”.

Secondo il legale palestinese, la Corte penale internazionale è il principale organo indipendente in grado di condurre tali indagini.