Direttore Wa’ed: niente radio ai detenuti palestinesi “per assediare le loro menti”

Gaza-Quds Press. L’occupazione ha piazzato dei dispositivi per disturbare le frequenze radio nelle celle dei detenuti palestinesi, per imporre un assedio sulle loro menti, isolandoli dal resto del mondo. Lo rivela Tawfiq Abu Naim, direttore dell’Associazione Wa’ed per i prigionieri e gli ex detenuti palestinesi nelle carceri israeliane.

In una dichiarazione rilasciata a Quds Press, Abu Naim ha affermato che “nonostante il tribunale militare israeliano abbia più volte decretato la rimozione di tali dispositivi, e la loro sostituzione con ripetitori radio, tali decisioni non sono state mai applicate”.

Ha commentato:”L’amministrazione carceraria israeliana non rispetta alcuna sentenza, comprese quelle dei tribunali militari, vincolanti per tutti, e ciò dimostra che i diritti umani dei prigionieri palestinesi non hanno alcun valore per i tribunali in questione”.

Abu Naim ha sottolineato lo stato di privazione vissuto dai prigionieri, che non possono ricevere visite o sapere ciò che accade nel mondo esterno, e nemmeno ascoltare le stazioni radio attraverso le quali possono ricevere le notizie e i saluti dei loro cari . Ha affermato: “L’occupazione vuole trasformare le prigioni in vere e proprie tombe”.

Ha quindi sottolineato che l’obiettivo dell’amministrazione carceraria è quello di isolare i detenuti, in modo che non possano notare ciò che accade intorno a loro, e rendersi conto della dimensione della solidarietà di cui godono, e dell’accoglienza popolare della loro causa. Lo scopo, secondo Abu Naim, sarebbe quello di indebolire loro moralmente e psicologicamente, facendoli sentire soli e dimenticati dal resto del mondo.

Abu Naim (anch’egli un ex detenuto, uscito nell’ambito dell’ultimo accordo di scambio di prigionieri dopo aver trascorso 25 anni nelle carceri israeliane) ha sottolineato la gravità di questa mossa “non meno grave dei divieti di visite dei familiari o degli avvocati, o quelli di ricevere giornali e guardare canali satellitari”. Ha dichiarato:”Tutto ciò mira ad assediare la mente del detenuto in modo che rimanga del tutto imprigionato dentro alla sua cella”.

In un contesto correlato, il presidente di Wa’ed ha rivelato che i dispositivi di disturbo in questione “potrebbero essere una delle cause di alcune malattie diffuse tra i palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane”, ha spiegato che “l’aumento dei tumori tra i detenuti e le diverse malattie emerse tra loro, e raramente diffuse fuori dal carcere, fanno pensare ad un collegamento con la lunga esposizione a tali dispositivi o la detenzione, per lunghi periodi, in centri vicini al reattore nucleare israeliano di Dimona”.

Abu Naim ha esortato le organizzazioni internazionali per i diritti umani ad inviare una commissione medico-legale, per esaminare da vicino la natura dei luoghi in cui vengono detenuti i prigionieri palestinesi.