Dirigente israeliano: “I Paesi arabi hanno aiutato a reprimere l’insurrezione a Gerusalemme”

Clashes in Jerusalem after a Palestinian shot dead by Israeli PoMemo. Alcuni Paesi arabi hanno aiutato a reprimere l’ultima insurrezione a Gerusalemme, ha affermato lunedì un alto funzionario israeliano, secondo quanto ha riportato Rai al-Youm.

Parlando alla Radio dell’esercito israeliano, il generale Amos Gilad, direttore delle politiche del ministero della Difesa israeliano e del dipartimento delle relazioni politico-militari, ha dichiarato che l’interferenza di questi Paesi è giunta in risposta al movimento diplomatico e politico israeliano, che ha avuto un effetto “positivo”. Non ha rivelato quali Paesi sono stati coinvolti.

Gilad ha ribadito che i Paesi arabi hanno lavorato a fianco della sicurezza israeliana, arrestando i Palestinesi o espellendoli dalla città santa o distruggendo le loro case.

Ha sottolineato che i Paesi arabi della regione non sono interessati ad aumentare la tensione nei territori palestinesi e questo, ha detto, è quello che li ha spinti a reprimere la rivolta. Ha aggiunto che il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas non è interessato ad avere un’Intifada nella Cisgiordania occupata.

Intanto, le autorità egiziane continuano la loro guerra contro il terrorismo nel Sinai e hanno chiuso il 90- 95 per cento dei tunnel che collegano la Striscia di Gaza con l’Egitto, ha detto Gilad, ed erano la principale fonte di vita per i Palestinesi che vivono nell’enclave.

A proposito del rapporto di sicurezza con la Giordania e l’Arabia Saudita, Gilad ha sottolineato che è “molto forte” e consente di risparmiare le risorse di sicurezza di Israele.

Ha detto che l’Iran rappresenta un pericolo crescente per Israele visto che insiste a dotarsi del nucleare. Ha sottolineato che Israele non ha mai vissuto un confronto su un così gran numero di fronti.

Durante la rivolta, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto aiuto ad alcuni regimi arabi, scrive il quotidiano israeliano Maariv, sottolineando che alcuni considerano la rivolta a Gerusalemme un “complotto” guidato dai Fratelli Musulmani.

Traduzione di Edy Meroli