Diritti di proprietà intellettuale e “sciovinismo vaccinale”. La questione politica sui vaccini anti-Covid – Parte III

A cura di L.P. Un altro tema è legato al problema riguarda sicuramente la distribuzione del vaccino. Mentre i paesi occidentali si sono già accaparrati miliardi di dosi, Covax è riuscita ad ottenere solo 250 milioni di dosi a fronte dei 2 miliardi di dosi necessari per i paesi, occidentalmente detti, del “Terzo Mondo”. Mentre l’UE racconta di come si stia occupando della distribuzione dei vaccini ai paesi a basso reddito, finanziando Covax, si dimentica di dire che, tramite accordi bilaterali con le aziende farmaceutiche, gli stessi paesi dell’Unione Europea si stanno accaparrando tutte le dosi che verranno prodotte, lasciando gli altri paesi scoperti da forniture vaccinali. La Pfizer ha già venduto più dell’80% delle dosi che sarà in grado di produrre entro la fine del prossimo anno a solo il 14% dei paesi, ovvero i più ricchi. Si tratta di politiche scioviniste sulle vaccinazioni: il privilegio di chi può permetterselo rispetto a chi non può, il privilegio dell’Occidente su tutti[1]. Il vaccino, quindi, non basterà per tutti[2].

Non dimentichiamoci che le case farmaceutiche non sono associazioni filantropiche, ma multinazionale che negli anni hanno fatto pressione sugli Stati, espropriando sempre di più il nostro diritto alla salute pubblica, facendosi fautrici di quel capitalismo avanzato che vede come massima fonte di profitto i brevetti e i diritti di proprietà intellettuale su scoperte che dovrebbero essere di dominio pubblico in quanto benefiche per la salute di tutti.

Per il “Terzo Mondo”, si apre quindi la strada per Soberana[3], il vaccino cubano che arriverà entro la metà del 2021 e, senza obbligo vaccinale, sarà pubblico e gratuito e potrà essere esportato liberamente in molti Paesi in via di sviluppo che ne faranno richiesta. Un vaccino che è sia esempio di solidarietà sia servizio pubblico, ma anche resistenza contro un blocco criminale e resistenza a Big Pharma. L’unica cosa che mi dispiace è che nessun paese occidentale abbia chiesto di rifornirsi di questo vaccino, impedendo ai cittadini la libertà di scelta tra il vaccino cubano e il vaccino delle multinazionali occidentali, imponendo solo quest’ultimi.

Fa inalberare il fatto che in una condizione così complicata l’imperialismo e il colonialismo si facciano sentire nelle pratiche abitudinarie delle case farmaceutiche, le quali non hanno alcun interesse di fornire vaccini a Paesi che non sono in grado di pagarseli. Piuttosto in futuro avranno interesse a spremerli, sui brevetti e sui diritti di proprietà intellettuali facendosi pagare royalties alle stelle. In tutto ciò, Covax si fa esempio di quel pietismo caritatevole e compassionevole dell’Occidente che, investendosi del ruolo salvifico, guarda gli altri Paesi del mondo dall’alto verso il basso senza ovviamente cambiare la loro condizione.

 

 

 

 

 

[1] https://www.pressenza.com/it/2020/11/no-allo-sciovinismo-vaccinale-le-case-farmaceutiche-non-devono-decidere-sul-diritto-alla-salute/

[2] http://www.blog-lavoroesalute.org/i-colossi-farmaceutici-sono-trasparenti-sui-vaccini-anti-covid/

[3] https://contropiano.org/news/internazionale-news/2020/12/27/il-vaccino-cubano-gratuito-e-universale-spiazza-pure-gli-antipatizzanti-0134935