Disarmo della Siria, nel mirino anche gli arsenali di armi di distruzioni di massa di Israele

RT. Un modo per ridurre la tensione che circonda la crisi siriana sarebbe quello in cui anche Israele rinunciasse ai suoi presunti arsenali di armi chimiche e biologiche. E’ probabile che sia la Russia che gli Stati Uniti chiedano a Israele di smantellarli.

Documenti della CIA recentemente declassificati suggeriscono che Israele abbia segretamente costruito una propria riserva di armi chimiche e biologiche decenni fa. Questo ha avvalorato la continua denuncia degli stati arabi, che accusano Israele di possedere armi nucleari.

La Siria ha parlato spesso del suo arsenale di armi chimiche di circa 1.000 tonnellate come deterrente contro un altro conflitto militare con Israele.

“Le armi chimiche in Siria sono un puro deterrente contro l’arsenale nucleare israeliano”, ha annunciato l’ambasciatore siriano all’Onu, Bashar Jaafari, riferendosi al rapporto declassificato della CIA sul programma di armi chimiche di Israele.

“E’ un’arma deterrente e ora è giunto il momento per il governo siriano di aderire alla Convenzione armi chimiche per dimostrare la nostra volontà di essere contro tutte le armi di distruzione di massa”, ha affermato.

Il presidente russo Vladimir Putin, generalmente visto in Occidente come protettore principale della Siria, ha dichiarato martedì: “E’ ben noto che la Siria ha un arsenale di armi chimiche e i siriani l’hanno sempre visto come alternativa alle armi nucleari di Israele”.

Ora il governo siriano suggerisce che non può smantellare le proprie scorte di armi chimiche a meno che i suoi vicini non facciano altrettanto.

“Il pericolo principale delle armi di distruzioni di massa è l’arsenale nucleare israeliano”, ha detto Bashar Jaafari, ambasciatore siriano all’Onu, giovedì scorso, sottolineando che Israele possiede anche armi chimiche, ma “nessuno ne parla”.

Tali dichiarazioni pongono la crisi delle armi chimiche siriane in una nuova prospettiva. L’amministrazione americana ha per decenni rifiutato di parlare degli arsenali israeliani che presumibilmente contengono testate nucleari. Portando la questione a livello internazionale, Damasco potrebbe mettere l’amministrazione Obama in una posizione scomoda.

C’è già stata una reazione da parte di Washington, quando il portavoce del Dipartimento di stato, Jennifer Psaki, ha detto che gli Stati Uniti non accetteranno mai i tentativi di paragonare il regime siriano con la  “fiorente democrazia” di Israele che “non macella e gasa brutalmente il suo stesso popolo”.

Tradizionalmente, i funzionari israeliani non commentano le accuse di possedere armi di distruzione di massa, sottolineando che Israele vive sotto continue minacce provenienti da paesi del Medio Oriente, come l’Iran, il Libano e la Siria.

Israele ha firmato la Convenzione sulle armi chimiche 1993, entrata in vigore nel 1997, ma non ha mai ratificato. Resta da vedere se Tel Aviv sarà ora ratificherà, così come la Convenzione del 1972 sulle armi biologiche.

“Alcuni di questi stati non riconoscono il diritto di Israele di esistere e sfacciatamente invitano ad annientarlo… Queste minacce non possono essere ignorate da Israele, nella valutazione della possibile ratifica della convenzione”, ha riferito il WDSJ riportando le affermazioni del portavoce del governo israeliano Jonathan Peled.

Finora, la Convenzione armi chimiche è stata firmata e ratificata da 189 paesi, con soli sette stati membri che rifiutano di aderire alla Convenzione.

Giovedì, l’inviato della Siria alle Nazioni Unite ha annunciato che il suo paese aveva tecnicamente aderito alla Convenzione armi chimiche.

“Legalmente parlando la Siria è diventata, a partire da oggi, un membro a pieno titolo della Convenzione armi chimiche”, ha dichiarato l’ambasciatore siriano Bashar Jaafari all’ONU, dopo aver presentato i documenti della Siria alle Nazioni Unite. Ha aggiunto che il presidente Bashar Assad aveva firmato un decreto che approva l’adesione della Siria alla convenzione, con il ministro degli Esteri, Walid Mouallem, che informa l’Organizzazione per la proibizione di armi chimiche della decisione di Damasco di aderire alla convenzione.

Ma una fonte anonima della Nazioni Unite ha detto a Reuters che l’organizzazione sta ancora studiando i documenti.

“Penso che ci siano ancora un paio di passi che devono fare [prima che la Siria sia firmataria], perché stiamo studiando il documento “, ha spiegato a Reuters un funzionario delle Nazioni Unite.

Il Washington Post ha riferito che l’amministrazione Obama non esclude la possibilità che le scorte di armi chimiche della Siria potrebbero essere portate in Russia per l’utilizzo, anche se il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha detto sabato che non c’è ancora alcun piano su quale paese avrà questo compito.

La Siria ha accettato di rinunciare alle sue armi chimiche, dopo che alcune centinaia di persone sono morte durante un attacco col gas in un sobborgo di Damasco, il 21 agosto. Washington ha accusato il governo di Assad di aver compiuto l’attacco e ha minacciato di lanciare attacchi missilistici contro obiettivi militari nel paese. Il governo siriano ha negato categoricamente tutte le accuse, accusando a sua volta le forze ribelli sostenute dall’Occidente e dagli stati del Golfo per l’attacco chimico. Considerando l’imminente minaccia di un’invasione straniera, Damasco ha accettato la proposta di Mosca di rinunciare alle armi chimiche.

I colloqui di sabato tra il segretario di stato, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha portato a un accordo preliminare sullo smantellamento delle armi chimiche della Siria e per una conferenza di pace Ginevra-2 per risolvere la crisi politicamente.

Mentre Kerry ha sottolineato le possibili sanzioni e le punizioni da infliggere al governo Assad se non onora le sue promesse, Lavrov ha affermato che l’obiettivo generale era quello di rendere il Medio Oriente un luogo “privo di armi di distruzioni di massa”.

Una volta che la Siria si unisce alla convenzione sulle armi chimiche, solamente Israele, Angola, Birmania, Egitto, Corea del Nord e Sudan del Sud rimangono fuori dal gruppo.

Ivan Fursov, RT

Traduzione di Edy Meroli