Disobbedienza civile dei Palestinesi a Gerusalemme contro la repressione israeliana

Gerusalemme/al-Quds – WAFA, PIC e Quds Press. I palestinesi nei quartieri occupati di Jabal al-Mukaber, Anata, al-Isawiya, Shu’fat e ar-Ram, a Gerusalemme, domenica hanno effettuato una disobbedienza civile ed uno sciopero generale di un giorno per protestare contro le misure di repressione israeliane e le politiche razziste contro i palestinesi nella città.

La disobbedienza civile include la chiusura degli ingressi ai cinque quartieri ed il boicottaggio dell’occupazione israeliana con tutti i mezzi possibili, compreso il rifiuto di pagare le tasse e l’invito ai lavoratori palestinesi che lavorano per datori israeliani a non recarsi sul posto di lavoro.

Scontri tra forze d’occupazione israeliane e manifestanti palestinesi sono stati segnalati domenica mattina nei quartieri di Jabal al-Mukaber e al-Isawiya, poco dopo l’entrata in vigore della disobbedienza civile.

Domenica, le forze nazionali e islamiche palestinesi hanno affermato in un comunicato stampa che le misure di disobbedienza civile includono l’invito ai lavoratori palestinesi a non recarsi nei loro luoghi di lavoro in Israele, il rifiuto di pagare le tasse alle autorità israeliane e al comune israeliano di Gerusalemme, la chiusura della strada che conduce al posto di blocco del campo profughi di Shu’afat e la chiusura dell’ingresso alla cittadina di Anata.

La disobbedienza civile è una risposta ai crimini quotidiani del governo d’occupazione israeliano contro il popolo palestinese a Gerusalemme e nel resto dei Territori occupati, tra cui uccisioni extragiudiziali, arresti e demolizioni di case.

Arriva anche sullo sfondo delle incursioni quasi quotidiane della polizia e dei militari israeliani nel campo profughi palestinese di Shu/afat, nella Gerusalemme occupata, e nell’adiacente cittadina di Anata.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.