Disperato tentativo di fuga da Gaza porta alla morte

28EGYPT1-master675Nytimes. Qualcosa ha portato Ishaq Khalil Hassan, 28 anni, ad avventurarsi nel Mediterraneo, a camminare nudo nelle basse acque per tentare quello che è ormai divenuto impossibile per i palestinesi: fuggire dalla Striscia di Gaza.

Fonti ufficiali palestinesi insistono nell’affermare che il signor Hassan, che ha cercato di attraversare il confine per recarsi in Egitto giovedì 24 dicembre 2015, era mentalmente instabile. La famiglia afferma che invece lui era sano di mente, ma disperato – dopo aver inutilmente provato per un anno ad entrare in Egitto legalmente per ricevere cure mediche per un vecchia ferita.

“Ishaq pensava che gli egiziani fossero come gli europei, che si occupano dei siriani e li accolgono”, dichiara suo fratello, Ibrahim Hassan.

Ma non appena il signor Hassan ha attraversato la frontiera, le guardie di confine egiziane hanno aperto il fuoco, tempestando il mare di proiettili, ignorando una guardia palestinese che fischiava e gesticolava animosamente con la mano indicando che l’uomo in questione aveva dei problemi mentali. Un video che ha catturato la sparatoria ha reso chiara almeno una cosa: il signor Hassan non costituiva una minaccia immediata per nessuno.

Quando il fuoco è cessato, i soldati egiziani hanno tirato fuori dall’acqua il corpo apparentemente senza vita del signor Hassan, con la videocamera che continuava a filmare: un’immagine che evoca il pericoloso viaggio dei migranti nel Mediterraneo ma che mette anche in luce la vita dei palestinesi imprigionati a Gaza, che non possono camminare neanche a pochi passi dai loro stessi confini.

Negli ultimi due anni, il confine egiziano con Gaza è diventato un fronte impenetrabile, alimentando la disperazione dei palestinesi intrappolati tra l’Egitto e Israele, che limita sempre di più gli spostamenti.

Il governo dell’Egitto, sotto la guida di Abdel Fattahel-Sisi, ha tenuto il confine chiuso per 339 giorni quest’anno, come riporta il ministero degli Affari interni di Gaza. Più di 25 mila persone stanno aspettando di attraversare il confine, tra persone che devono ricevere cure mediche e persone che invece devono andare a studiare all’estero.

Le autorità egiziane hanno anche distrutto molti dei tunnel illegali al di sotto del confine, uno dei pochi contatti tra Gaza e il resto del mondo.

Dato che sono alle prese con un’insurrezione islamista nella penisola del Sinai, gli ufficiali egiziani giustificano la dura repressione al confine come una misura necessaria per scoraggiare il flusso di militanti e di armi. Allo stesso modo, le guardie di frontiera sono sempre più inclini all’uso della forza letale nei confronti di chi prova ad attraversare il confine. Nelle ultime sei settimane, le guardie hanno infatti colpito a morte almeno 20 migranti sudanesi che cercavano di entrare in Israele.

Un portavoce militare egiziano ha rifiutato di commentare la sparatoria di domenica 27. Ma alcuni speravano che la morte del signor Hassan avrebbe messo l’Egitto sotto pressione in modo da essere più tollerante sulla questione del blocco.

“Forse Hassan ha a modo suo posto fine all’assedio ed ha ottenuto la pace in modo permanente”, afferma Mohammed Lubbad, che domenica ha organizzato una manifestazione davanti all’ambasciata egiziana a Gaza.

Il video dell’uccisione del signor Hassan è stato mandato prima in onda sul canale satellitare di Al Jazeera, che lo descriveva come un malato di mente. Alcuni funzionari di Hamas, il gruppo militante che governa Gaza, hanno confermato l’affermazione. Iyad al-Bozum, un portavoce del ministero dell’Interno, ha detto che le guardie di frontiera palestinesi avevano cercato di arrestare il signor Hassan che però era riuscito a scappare.

“Questo è un crimine alla luce del giorno e una chiara violazione del diritto internazionale perché l’uomo era completamente disarmato e mentalmente malato”, afferma.

Ma la famiglia nega fortemente le affermazioni riguardanti l’insanità mentale del signor Hassan, dicendo che stava costruendo una casa e cercando moglie. Hanno anche affermato che studiava inglese in un’organizzazione no-profit americana che si occupa di istruzione in Medio Oriente.

Ma voleva lasciare Gaza, affermano. Soffriva ancora in seguito ad una ferita d’arma da fuoco alla gamba, riportata nel 2007, quando era stato colpito mentre andava a fare la spesa durante gli scontri tra le fazioni palestinesi, dicono.

“Non riusciva a dormire la notte per il dolore”, ha detto suo fratello Ibrahim Hassan. Ha inoltre aggiunto che il signor Hassansi era recato in Egitto una volta, poco dopo essere stato colpito, per le cure mediche. Ha cercato di tornare per ben tre volte quest’anno, ma il confine è stato chiuso.

Così il 24 dicembre, il signor Hassan si è tolto i vestiti e li ha poggiati su una roccia sulla spiaggia, vicino al confine. Secondo la famiglia, si è spogliato in modo che le guardie di frontiera avrebbero capito che lui era un civile disarmato.

I funzionari palestinesi hanno fallito nel tentativo di fermarlo. E il governo egiziano si sta dimostrando ancora più repressivo di quello israeliano, continua la famiglia.

“Il mio dolore è profondo”, ha detto il padre del signor Hassan, Hassan Khalil. “Hanno pubblicato il video su Al Jazeera, e mi chiedo perché non hanno smesso? Perché la videocamera ha continuato a filmare?”

Il signor Bozum ha detto che gli egiziani avevano promesso di restituire il corpo del signor Hassan alla sua famiglia nel giro di pochi giorni. Ma la famiglia afferma di non aver ancora ricevuto alcuna conferma della sua morte.

I membri della famiglia non hanno partecipato alla protesta davanti all’ambasciata, organizzata da Hamas, ma hanno apprezzato le scene di solidarietà, ha detto la sorella del signor Hassan, Neama.

“Questa storia non è solo di Ishaq”, ha detto. “È ormai quella di tutti. Ora le persone sentono che i loro figli potrebbero essere Ishaq in qualsiasi momento”.

Traduzione di Domenica Zavaglia