Documento della CIA: Israele possiede un arsenale di armi chimiche

Imemc. Un documento delle Cia recentemente scoperto, pubblicato lunedì scorso dalla rivista Foreign Policy, rivela che l’agenzia di intelligence statunitense aveva prove decisive, risalenti almeno agli anni 80, sul possesso di armi chimiche e biologiche da parte di Israele.

La rivelazione arriva proprio quando gli occhi del mondo sono puntati sul presunto uso di armi chimiche da parte del governo siriano, avvenuto il 21 agosto scorso, nonostante non ci sia ancora chiarezza sul vero autore dell’attacco, se si sia trattato del regime, dei ribelli o di un incidente.

Il presidente Usa, Barack Obama, ha minacciato di lanciare una guerra contro la Siria, a causa del presunto impiego delle armi chimiche. Il governo siriano ha negato la sua responsabilità, accettando una proposta russa che gli impone di aprire i suoi depositi di armi chimiche, per essere ispezionate e distrutte da parte della comunità internazionale.

Il documento rivelato dalla rivista Foreign Policy dimostra che oltre alla costruzione di un arsenale nucleare, di circa 300 testate, nel corso degli anni 60 e 70 del secolo scorso, l’esercito israeliano aveva anche accumulato una vasta scorta di armi chimiche e biologiche.

Il documento, datato 1983, riferisce che i satelliti spia americani avevano individuato “un probabile impianto di CW (dall’inglese chemical weapon, arma chimica, ndr) per la produzione di agente nervino e un altro impianto di stoccaggio … nell’area altamente sorvegliata di Dimona, nel deserto del Negev. Inoltre, si ritiene esistano altre produzioni di armi chimiche nella ben sviluppata industria chimica israeliana”.

“Anche se non possiamo confermare se gli israeliani possiedono agenti chimici letali -aggiunge il documento- diversi indizi ci portano a credere che essi hanno a disposizione almeno: agenti nervini persistenti e non persistenti, agenti di gas mostarda (Iprite), oltre ai diversi agenti chimici antisommossa, accompagnati da sistemi di lancio adeguati”, si legge nel documento.

La singola pagina, tratta da un rapporto più ampio della CIA, era stata scoperta, nella sua forma non processata, nella libreria di Ronald Reagan, in California. Il rapporto fu depositato, in forma pesantemente censurata, nell’Archivio Nazionale diversi anni fa.

Secondo il rapporto di Foreign Policy, lo storico israeliano, Avner Cohen, nel suo libro del 1988 intitolato, Israele e la bomba, aveva scritto che a ridosso della guerra del’56, tra Israele e l’Egitto, il primo ministro di allora, David Ben Gurion, ordinò segretamente di costruire un arsenale di armi chimiche. Tuttavia, la CIA ritiene che Israele non ha avviato il suo programma di armi chimiche prima della fine degli anni 60, inizio anni 70.

L’ articolo contiene la seguente citazione tratta dal rapporto della CIA: “Israele, trovandosi circondato da Stati arabi confinanti con capacità chimiche, è diventato sempre più consapevole della sua vulnerabilità agli attacchi chimici. L’allarme è suonato quando grandi quantitativi di apparecchiature sovietiche, correlate alle armi chimiche, sono state ottenute sia durante la guerra arabo-israeliana del 1967 che durante quella di Yom Kippur, nel 1973. Il risultato fu che Israele avviò un suo programma di preparativi alla guerra chimica, sia in fase offensiva che difensiva”.

Il governo israeliano ha criticato duramente quello siriano per il presunto uso di armi chimiche tre settimane fa, e ha incoraggiato l’impegno assunto dal presidente Obama circa una risposta militare.

Israele ha firmato la Convenzione sul bando delle armi chimiche, ma il Knesset non ha mai ratificato il trattato. Lo Stato ebraico non ha mai aperto il suo impianto nucleare o la sua scorta di armi chimiche di fronte alle ispezioni internazionali.