Gaza – InfoPal. Intorno alle ore 01:00, ora locale, gli apparati della sicurezza della Striscia di Gaza hanno rinvenuto in una casa abbandonata ad al-Mashru', il corpo senza vita di Vittorio Arrigoni. Al-Mashru' è un'area di Beit Lahiya, a nord-ovest di Gaza City, nota perché malfamata.
Dalle prime indagini, pare che l'assassinio di Vittorio sia stato eseguito a poche ora dal suo rapimento, nonostante uno pseudo ultimatum di 30 ore come emerso dal video divulgato ieri dai suoi rapitori.
Il governo della Striscia di Gaza ha condannato il raccapricciante assassinio “contrario ai valori palestinesi e alle nostre tradizioni. Promettiamo che sarà fatta luce e giustizia”.
Il video diffuso ieri dal gruppo auto-definitosi “salafita” mostrava Vittorio provato e con delle abrasioni al volto. I criminali chiedevano il rilascio di uno dei loro leader dalle prigioni di Gaza entro 30 ore, dopo le quali minacciavano di uccidere Vittorio. Ma non è stato rispettato nessun ultimatum.
E' morto per soffocamento Vittorio. Nonostante in conferenza stampa non si sia scesi nei dettagli del suo ritrovamento, limitandosi ad affermazioni che davano ad intendere che Vittorio è stato ucciso in modo “malvagio e violento”, sull'agenzia stampa palestinese “Wafa'” si legge “impiccagione”. Anche secondo “Ma'an News Agency“, la sicurezza ha rinvenuto Vittorio impiccato.
Pur riportando la tesi del soffocamento, “Al-Jazeera” e “al-'Arabiyyah” usano il termine “strangolato”, rivelando così i segni rinvenuti sul collo di Vittorio. Qui si citano le dichiarazioni di fonti medico-ospedaliere.
La sicurezza intera è stata messa a repentaglio. Dall'ufficio del ministero dell'Interno hanno comunicato che, polizia e sicurezza nazionale hanno subito avviato le ricerche per individuare il luogo dove Vittorio era stato portato.
“L'attivista italiano è stato assassinato in maniera brutale”, è stato detto questa mattina in conferenza stampa.
Sulle motivazioni. “Cospirazione ai danni dei palestinesi di Gaza, per scuoterne la sicurezza e creare commistioni tra la causa di liberazione nazionale palestinese e altre situazioni legate al terrorismo a livello globale. Intimidire la Freedom Flotilla e tutte le realtà di solidarietà impegnate nella rottura dell'illegale assedio israeliano”, hanno dichiarato esponenti di governo.
I palestinesi della Striscia di Gaza non si riconoscono nei responsabili. Il governo ha messo in chiaro: “Oggi, bisogna fare le dovute distinzioni, e non ci rispecchiamo in coloro che si sono macchiati dell'efferato crimine. Il governo è devoto a promuovere sicurezza e protezione. Si tratta del primo episodio di questa natura dopo anni”.
Ma gli esponenti del governo di Gaza sono anche consapevoli della vulnerabilità in cui oggi è caduta la Striscia di Gaza, per questo, è stato chiesto ai mezzi d'informazione di fornire al pubblico le dovute spiegazioni e, soprattutto, di fare costante riferimento a fonti ufficiali di governo.
Vittorio Arrigoni. Arrivato nella Striscia di Gaza nel 2008, insieme alla campagna internazionale per la rottura dell'assedio su Gaza, da allora Vittorio risiedeva a Gaza.
Puntualmente, prendeva parte alle marce di protesta contro la buffer zone (zona cuscinetto interdetta ai palestinesi) a Beit Hanun, a nord di Gaza.
Lo sconforto dei palestinesi di Gaza per la perdita di Vittorio. Questa mattina, sono tante le voci di protesta di singoli cittadini e di gruppi civili per i diritti umani della Striscia di Gaza.
“Giustizia per Vittorio, trovare i responsabili e punirli per l'assassinio, per non lasciare la Striscia di Gaza nel buio in cui qualcuno ha tentato di relegarla assassinando un sostenitore dei nostri diritti”.