Dopo il bagno di sangue di cinque giorni di scontri intestini, a Gaza regna la calma.

Sulla Striscia di Gaza, sconvolta dalla guerra tra le fazioni palestinesi, sembra scesa la calma.

I morti di questi giorni di violente battaglie per la conquista del potere sono 120. I feriti centinaia e centinaia, forse addirittura 500 (900, secondo altre fonti), sia tra i militanti di Fatah e Hamas sia la tra popolazione civile, la vera vittima inerme della tragedia che ha portato alla dissoluzione di un governo di coalizione faticosamente costruito e che ora apre le porte a una spaccatura netta all’interno delle forze palestinesi e, forse, all’arrivo di una forza internazionale. Una vera manna dal cielo per Israele.

In realtà, lo Stato ebraico e gli Usa hanno lavorato duramente per creare, con ottimi risultati, divisione e guerra civile tra i palestinesi: hanno armato fino ai denti e addestrato le forze fedeli a Dahlan e a Abbas, in modo che potessero contrastare Hamas, molto forte nella Striscia di Gaza. 

Enorme responsabilità per questa tragedia è riposta nelle mani dell’Occidente, degli Usa e dell’Unione Europea (Italia compresa!) che, dopo aver incoraggiato libere e democratiche elezioni (le prime vere nel mondo arabo), hanno punito e affamato, con un disumano embargo, la popolazione palestinese che si era scelta Hamas come guida per il proprio governo.

Per i piani golpisti Usa-Israeliani (e giordani) ai danni del governo di unità si legga: https://www.infopal.it/testidet.php?id=5519 e

https://www.infopal.it/testidet.php?id=5522

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La popolazione della Striscia teme che Israele sigilli i valichi e che non entrino più provviste, carburante e medicinali, che gli Osservatori dell’Unione Europea non possano più riprendere il lavoro, trasformando tutta l’area in un grande campo di concentramento.

Sull’esito della lotta fratricida a Gaza, prigione a cielo aperto dove un milione di esseri umani sono tenuti prigionieri senza speranza, pochi avrebbero scommesso: la forza (sia militare sia come popolarità) di Hamas è schiacciante. Ma è nel banthustan – Cisgiordania che si gioca la guerra definitiva: qui è Fatah a essere più forte, e farà pagare ai membri e simpatizzanti della fazione rivale la sconfitta di Gaza, con buona pace di Israele che riuscirà nel suo obiettivo di distruggere totalmente la Palestina.

Nella Striscia di Gaza, combattenti sono stati dispiegati nelle strade e nei pressi dei quartier generali della sicurezza, ormai in mano a Hamas. Le Forze Esecutive stanno imponendo e mantenendo l’ordine al posto delle forze controllate da Fatah.
Molti leader degli apparati di sicurezza di Fatah sono fuggiti nella West Bank (evidentemente autorizzati da Israele, visto che è impossibile, per i residenti di Gaza accedere alla WB) e in Egitto.

Le Brigate Qassam hanno ucciso molti miliziani della "corrente golpista" e "traditrice" di Fatah – come Samih al-Madhoun e la sua scorta; Jamal Abu Al-Jidyan, e altri membri della sicurezza preventiva.

Hamas ha il controllo della Striscia. Radio e tv appartenenti a Fatah hanno terminato di trasmettere notizie e programmi.

Ieri sera, il presidente Abbas ha proclamato lo stato di emergenza annunciando lo scioglimento del governo.
In una conferenza stampa a Gaza, il premier dimesso Ismail Haniyah ha sottolineato che la Striscia è un’entità "inseparabile dal resto della Palestina" e ha rigettato l’idea di proclamarvi uno Stato palestinese staccato dalla West Bank.
E ha aggiunto di confermare "l’impegno ai trattati interni, a quello di Mecca e ai dialoghi del Cairo, alle relazioni con gli stati arabi".

Haniyah ha chiesto un’amnistia generale e la protezione dei civili.

Da parte sua, Abbas formerà un governo di emergenza, che terrà fuori, con molta probabilità, i politici di Gaza.

Per molti, lo spettro di un intervento internazionale si fa sempre più reale.

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