Doron Almog annulla visita in UK nonostante l’offerta di immunità

Pchr. Doron Almog sospettato di crimini di guerra annulla visita nel Regno Unito nonostante l’offerta di immunità del governo britannico

Il generale israeliano sospettato di crimini di guerra, Doron Almog (ritirato dal servizio), avrebbe dovuto recarsi nel Regno Unito il 26 giugno 2013 per incontrare l’organizzazione non governativa britannica “Task force per le questioni dei cittadini arabi in Israele”. Prima della partenza, il governo ha dichiarato che la visita sarebbe stata una missione speciale, garantendo, quindi, ad Almog l’immunità da azioni giudiziarie da parte del Regno Unito.

Nonostante queste premesse, settimana scorsa Almog ha cancellato all’ultimo momento la visita programmata nel Regno Unito.

Gli avvocati difensori delle vittime dei crimini di guerra attribuiti al generale hanno criticato duramente la decisione presa dal governo la scorsa settimana, che ha dato l’immunità al generale israeliano nonostante quest’ultimo sia oggetto di un mandato di arresto per i crimini di guerra commessi. Le numerose domande indirizzate ai consulenti legali del governo non hanno ancora ricevuto risposta.

Gli antefatti
Il 10 settembre 2005, un tribunale britannico ha emesso un mandato di arresto per Almog, accusato della distruzione di 59 edifici nel campo per rifugiati di Rafah, il 10 gennaio 2002, uno dei numerosi interventi previsti dalla massiccia politica di demolizione nella striscia di Gaza. L’11 settembre 2005 la polizia britannica era pronta ad arrestare Almog, presunto autore del sopracitato crimine di guerra e oggetto di altre tre accuse risalenti ai suoi anni da comandante nella striscia di Gaza (2000-2004). Tuttavia, il generale è riuscito a fuggire all’arresto: grazie a una soffiata, è stato avvisato per tempo del pericolo e si è rifiutato di scendere dall’aereo su cui si trovava a Heathrow, riuscendo, poi, a ottenere il permesso per tornare a Israele.

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) e lo studio legale Hickman & Rose, rappresentanti delle vittime dei crimini di Almog, condannano la recente decisione del governo britannico di garantire al generale l’immunità da azioni giudiziarie, alla luce degli eventi accaduti nel settembre 2005.

Missione speciale: scelta sbagliata in questo caso e soggetta ad abusi
La decisione presa dal governo britannico dimostra un chiaro disinteresse per il rispetto della legge e trasmette l’inequivocabile messaggio che il generale israeliano, sospettato di terribili crimini di guerra, non verrà realmente perseguito, nonostante l’esistenza di un mandato di arresto nei suoi confronti emesso da un tribunale inglese. Questo comportamento compromette i doveri del Regno Unito nei confronti del diritto internazionale, che, così facendo, si astiene dagli obblighi internazionali a cui è vincolato secondo l’articolo 1 e 146 della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949.

Inoltre, il riconoscimento dell’immunità è prova della libertà conferita a Israele di commettere crimini di guerra nella striscia di Gaza senza, per questo, doverne pagare le conseguenze. Se la legge e i diritti non vengono rispettati, 1,7 milioni di civili nella striscia di Gaza sono condannati a un futuro di violenza, in cui la protezione e la salvaguardia dei diritti umani universali e del diritto umanitario internazionale vengono calpestate.

Secondo le informazioni attuali, lo scopo della (mancata) visita di Almog e dell’incontro con l’organizzazione non governativa, non implica delle motivazioni sufficienti a dichiarare una “missione speciale”. Queste e altre questioni sono, al momento, oggetto di dibattito con il governo inglese.

La maggiore preoccupazione di coloro che chiedo l’applicazione della legge per tutte le persone sospettate di gravi crimini internazionali riguarda la decisione di garantire l’immunità speciale, con il rischio di non rispettare i principi di uguaglianza nell’applicazione della legge e gli obblighi legali internazionali che prevedono l’arresto delle persone sospettate di crimini di guerra.

Queste decisioni necessitano di un dibattito pubblico e di un maggiore controllo legale per evitare che le missioni speciali diventino in futuro un mezzo per proteggere persone sospettate di abusi dei diritti umani e umanitari, ma amiche di un dato governo, dai processi previsti dal diritto criminale.

Per ulteriori informazioni, contattare:

Nella striscia di Gaza:
• Raji Sourani, direttore del Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR): 00 (972) 599608811

Nel Regno Unito:
• Kate Maynard, partner dello studio legale Hickman & Rose: 00 (44) 7812974613
• Daniel Machover, partner dello studio legale Hickman & Rose: 00 (44) 7773341096

Traduzione per InfoPal a cura di Valentina Vighetti