Dove è la sinistra? Guerra in Donbass e la mancanza di punti fermi


Di Lorenzo Poli. Ed anche sulla Guerra in Ucraina, più specificamente in Donbass, l’intricato e subdolo meccanismo della polarizzazione sta vincendo su tutta la narrazione. Il mainstream occidentale ha già vinto con questa tecnica, o meglio con lo stesso “copione” di tutte le guerre: la centralità dei media. Nel frattempo non solo il mainstream, ma anche una certa fetta della sinistra radicale (non PD, LEU e altre forze neoliberiste) contribuisce a fare confusione senza dare un quadro chiaro della vicenda fondandosi su ipertrofie per mantenere salda la propria identità politica, venendo meno la volontà chiarificatrice per dire le cose come stanno. E quindi da un lato si attaccano quelli de L’antidiplomatico perché troppo “filo-russi”, Giorgio Bianchi perché è “sbucato dal nulla” (quando in realtà era già famoso come documentarista e fotoreporter fin dal 2014 con le guerre in Donbass e in Siria), Sara Reginella perché “non si capisce da che parte sta”, Marinella Mondaini perché “abita a Mosca”, si riesuma Giulietto Chiesa perché ha dato il via a queste narrazioni, si attaccano intellettuali del calibro di Luciano Canfora e Franco Cardini come “filo-putiniani” (che chiaramente non sono); si accusa parte della contro-informazione di “campismo” (stare dalla parte della Russia in funzione anti-atlantista) e il convegno “Pace Proibita” di Michele Santoro di essere organizzata da personaggi famosi. Insomma, nulla sembra andar bene ad una parte della sinistra che, nel frattempo non fa nulla e sta a guardare. 

Detto ciò, in tutta questa situazione il mainstream occidentale va di propaganda bellica, l’Ucraina va di propaganda bellica, la Russia va di propaganda bellica e questi “perfetti sconosciuti” si prendono il ruolo di “contro-informatori”… E la sinistra antagonista che cosa fa? Tiene il piede in  200 scarpe o prende una posizione? Perché molti gruppi della sinistra eco-pacifista (il Movimento Europa per la Pace); partiti come Rifondazione Comunista, Partito Comunista, Potere al Popolo; alcuni quotidiani come Il Fatto Quotidiano e alcuni siti della contro-informazione di sinistra come InfoPal, Invictapalestina, Pressenza Italia, Palestine Chronicle e Le Monde Diplomatique una posizione l’hanno presa.

Cerco di riassumere i punti fermi delle loro posizioni: 1) no alla propaganda bellica occidentale; 2) no all’invasione russa dell’Ucraina; 3) no invio di armi in Ucraina; 4) l’Ucraina non è paese democratico e dal 2014 si perseguitano attivisti di sinistra (comunisti, socialisti, pacifisti, attivisti per i diritti umani); 5) in Ucraina non c’è libertà d’espressione, non si rispettano i diritti umani come in Russia e i giornalisti indipendenti; 6) nel 2014 c’è stato un golpe di stampo neonazista, che molti hanno chiamato “rivoluzione democratica”; 6) dal 2009 ci sono battaglioni paramilitari neonazisti che hanno commesso pulizie etniche contro le popolazioni russofone del Donbass e che sono stati denunciati dall’OCSE e da Amnesty International per l’utilizzo di scudi umani, torture e stupri di guerra; 7) l’attuale guerra in Ucraina è la seconda fase di un guerra nata 8 anni fa e che fino al 2020 ha portato alla morte di 14.000 persone; 8) chi ha iniziato la seconda fase non è stato Putin il 24 febbraio 2022, ma l’esercito ucraino che il 19 febbraio ha iniziato a bombardare e ha raso al suolo 10 villaggi del Donbass. Due civili della Repubblica popolare di Lugansk (abitata da popolazione russa) sono rimasti uccisi, nel tentativo delle forze armate ucraine di sfondare nel vicino villaggio di Pionerskoye, a 7 chilometri dal confine con la Russia. Altri bombardamenti d’artiglieria ci sono stati su Donetsk, sempre nel Donbass e sempre abitata da russi. In precedenza,  le truppe ucraine hanno aperto il fuoco in diverse aree popolate della Repubblica, tra cui Donetsk. Il bombardamento avrebbe preso di mira, oltre a Donetsk e le città di Dokuchayevsk, Oktyabr, Sosnovskoye, Aleksandrovka e Spartak. Successivamente, è stato riferito che anche i villaggi di Petrovskoye, Staromikhailovka e Kommunarovka sono stati bombardati. 9) L’Ucraina ha palesemente violato i Trattati di Minsk I e II non riconoscendo autonomia a Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk; 10) chi ha interesse che la guerra non finisca sono la Russia e la NATO, soprattutto quest’ultima che, con a capo gli Stati Uniti, ha violato i Patti di Varsavia, allargandosi verso est ai confini della Russia… Ed ha avuto una vittoria sul piano diplomatico come la fine del North Stream 2 e il processo di abbandono del gas russo per vendere lo scisto americano, sbancando il ruolo della Russia come primo fornitore al mondo di gas; 11) non è una lotta di Resistenza, ovvero di un popolo che si aizza contro l’invasore, ma una guerra tra due nazionalismi, oltre ad esser un conflitto etnico con radici lontane – è una guerra che, a livello geopolitico, si gioca tra Russia e USA (che ha sempre avuto un ruolo nella guerra in Ucraina fin dal 2014 e ha sempre addestrato i neonazisti di Azov): una guerra tra due potenze iper-capitaliste.
Se il dibattito parte da questi presupposti, si può discutere di Ucraina, anche sul fatto che l’estrema destra nazional-bolscevica ci marcia e che ci sono fazioni dichiaratamente rossobrune in Donbass e che le Repubbliche Popolari del Donbass non sono “socialiste”, che ci sono combattenti neofascisti, ecc. Ma negare questi presupposti focalizzandosi su dettagli senza concentrarsi sui contesti non è accettabile. Il ragionamento si fa e si deve fare, senza stigma e  polarizzazione inutili… Semplicemente facendo ordine.