‘Droni israeliani su Gaza strappano la vita dei palestinesi senza preavviso’

Gaza – Paltoday. Ritornano nei cieli della Striscia di Gaza i droni, aerei senza pilota molto leggeri, che i palestinesi chiamano zannana, per via del ronzio che fanno in volo.

A Gaza, il rumore dei droni equivale all'annuncio di morte tra i palestinesi: dai combattenti ai civili. Tutti ne hanno un terribile ricordo.

Questi aerei, di cui gli ultimi modelli possono sganciare anche due bombe insieme, sono altamente distruttivi e non prevedono alcun preavviso per i palestinesi che vivono perseguitati dal suo ronzio.

La loro capacità negli attacchi è senza pari: sono più precisi di elicotteri e aerei da guerra come gli F-16, più veloci di qualunque altro strumento di guerra e, grazie a software di alta tecnologia, appaiono per uccidere e scomparire all'istante.

Israele ha usato i droni nelle operazioni più delicate per assassinii mirati contro leader politici e della resistenza, mentre, nella guerra dell'inverno 2008, “Operazione Piombo fuso”, ne ha fatto ampio utilizzo per massacrare la popolazione. Qualcuno a Gaza ha riconosciuto che quella “fu una delle migliori performance dei droni israeliani”.

Ma questi aerei sono utilizzati anche come potente mezzo di ricognizione, sorveglianza ed esplorazione, e per la raccolta di informazioni.
Queste sono anche le funzioni per le quali gli eserciti ne fanno uso nel resto del mondo: catturano immagini con foto e fanno la scansione del più piccolo dettaglio sul territorio, estremamente precisi nel colpire gli obiettivi.

Distanti dal bersaglio, da una sala comando, esperti gestiscono l'operatività dei droni. Con un computer o inserendo un cd, l'informatico è in grado di aggiornare il software collegato all'aereo.

Abu Hamzah, combattente delle brigate al-Quds, braccio militare del Jihad islamico, ha ammesso al corrispondete dell'agenzia “Paltoday” che un “zannana è un vero e proprio incubo per i combattenti perché è in grado di rendere vulnerabili le operazioni della resistenza”.

“Le capacità della resistenza palestinese – ha aggiunto – non hanno nulla a che vedere con l'alta tecnologia di cui è dotato il drone di Israele, sia in termini di precisione sia per la rapidità con cui compare, attacca e sparisce”.

Il drone disturba le comunicazioni tra i combattenti (che di solito avvengono con degli apparecchi simili a telefoni cellulari, ma privi di linea telefonica, una sorta di Walkie Talkie, in arabo chiamato lasilki, ndr).

Quello che i combattenti possono fare per sfuggirvi, è cercare di prevenirlo, restando fuori dal raggio del suo ronzio.

Tra i civili, gran parte della popolazione della Striscia di Gaza ha un episodio di morte da ricordare quando si parla di zannana.

Abu Mahmoud, residente nel quartiere di ash-Shuja'iyah (Gaza), ha raccontato: “Il drone è per noi segno del malaugurio. Le ferite provocate non possono essere risanate perché ogni volta che lo sentiamo sulle nostre teste, ci vengono alla mente i nostri caduti: combattenti e civili, gli squarci sui corpi dei nostri bambini e delle nostre donne”.

Come le comunicazioni tra i combattenti, anche i segnali di trasmissione nelle abitazioni della popolazione vengono disturbati quando i droni si avvicinano: hardware, radio e Tv satellitari possono andare in tilt.

Ruba 'Odeh, studentessa universitaria di Gaza, ha confidato di essere terrorizzata dal suo suono: “Quando sento un drone nell'aria, perdo la concentrazione e di notte non riesco a studiare”. Ma Ruba è soprattutto oppressa dal pensiero che “a quel ronzio seguirà la morte”.

In qualunque luogo e in qualunque ora del giorno, i droni israeliani volano su Gaza catturata dalla loro costante ricognizione.

Israele ha fatto uso di droni anche negli assassinii eseguiti pochi giorni fa nel quartiere di ash-Shuja'iyah, dove otto palestinesi – tre dei quali bambini – sono stati uccisi. Anche quattro combattenti delle brigate al Quds sono caduti vittima di un zannana.

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