Due bambini palestinesi morti in un incendio perché Israele ha impedito l’intervento dei pompieri

Hebron-MEMO. Due bambini palestinesi sono morti in un incendio all’interno della loro abitazione a Hebron occupata in qjanto le autorità israeliane hanno impedito all’automezzo dei pompieri di poterli raggiungere in tempo. 

I due bambini – uno dei quali si pensa avesse soltanto 18 mesi – sono morti nelle fiamme all’interno della loro casa nel quartiere di Al-Salaymeh, nella Città Vecchia di Hebron, nella Cisgiordania occupata. Secondo fonti locali, uno di loro è morto a tarda notte, mentre il secondo è deceduto nella mattinata a causa delle ustioni subite e dopo aver ricevuto le cure mediche di emergenza nel vicino ospedale del governo di Hebron. Anche un terzo bambino, che si ritiene sia il fratello dei due deceduti, ha subito gravi ustioni e resta in cura intensiva, secondo quanto riferito dal direttore dell’ospedale dott. Walid Zalloum. 

I nomi dei tre bambini non sono stati resi noti ufficialmente, ma il sito palestinese di informazioni Palestine Today ha riportato i due bambini morti come Wael Al-Rajabi di quattro anni e sua sorella Malik di 18 mesi. Durante una conferenza stampa il portavoce della polizia locale, colonnello Loai Arziqat, ha confermato che due bambini sono morti, ma non ha fornito ulteriori informazioni. 

Nonostante fossero stati chiamati i servizi di emergenza per intervenire, ai pompieri è stato impedito di raggiungere il luogo dell’incendio, bloccati dai militari israeliani. In un video girato la scorsa notte alle 21.50 ora locale, si vede l’automezzo dei pompieri che cerca di passare lungo una strada stretta. Il camion si ferma davanti ad un blocco stradale che ostruisce la strada, mentre i residenti locali implorano i militari israeliani qui appostati di “aprire velocemente il blocco, per i bambini”.

Tuttavia, i soldati israeliani non cedono alle richieste dei residenti, ritardando così l’intervento dei servizi di emergenza ed impedendo loro di raggiungere l’abitazione. La causa dell’incendio è sconosciuta.

Israele purtroppo non è nuovo ad azioni come queste: limita l’accesso ai mezzi dei servizi di emergenza che accorrono per i Palestinesi in difficoltà. Secondo il Medical Aid for Palestinians (MAP), e citando la Palestine Red Crescent Society, dal 2015 Israele ha impedito alle ambulanze di attraversare i posti di blocco in ben 123 occasioni. Inoltre, nello stesso periodo, vi sono state 386 aggressioni contro le squadre della Mezzaluna Rossa in tutti i territori palestinesi occupati, ed anche 105 ambulanze danneggiate. 

In dicembre i soldati israeliani hanno sparato ad un bambino palestinese ed hanno poi impedito che intervenissero i medici per fornire cure potenzialmente salva-vita; è morto poco dopo. Il diciassettenne Mahmoud Nakhle è stato colpito dalle forze israeliane intervenute per reprimere le proteste vicino al campo rifugiati di Al-Jalazun, nei dintorni di Ramallah, Cisgiordania occupata. Alcuni minuti dopo i soldati hanno cacciato un’ambulanza palestinese che era intervenuta, minacciando l’autista coi fucili e non prestando alcun altro soccorso a Nakhle. Soltando dopo un quarto d’ora i soldati hanno dato il permesso per chiamare un’ambulanza, ma Nakhle è morto durante la corsa in ospedale.

Secondo il diritto internazionale, in quanto potenza occupante Israele non può impedire l’accesso alle cure mediche ed ai servizi di emergenza per le persone che vivono sotto occupazione. Secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, “La potenza occupante deve assicurare sufficienti norme igieniche e di sanità pubblica, così come la fornitura di cibo e cure mediche alla popolazione sotto occupazione”. Inoltre “Il personale del Movimento Internazionale della Mezzaluna Rossa deve poter svolgere le proprie attività umanitarie”. Però Israele continua a violare questo ed altri articoli del diritto e delle convenzioni internazionali con assoluta impunità.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi