Due persone, tra cui un minorenne, torturate nel carcere di Junaid in seguito a un diverbio con le forze dell'Anp

Comunicato del Palestinian centre for human rights – Pchr

Nablus, 26 settembre 2010

Due persone, tra cui un minorenne, torturate nel carcere di Junaid in seguito a un diverbio con le forze di sicurezza palestinesi

Abdullah Rebhi Abu Se'da, 23 anni, e suo fratello Sa'id, 17, entrambi di Nablus, sono stati picchiati e torturati mentre erano detenuti nella prigione di Junaid, sotto la custodia delle Forze di sicurezza nazionali (Fsn) palestinesi. I due erano stati arrestati a causa di un diverbio scoppiato tra Abdullah e un membro delle Forze in un negozio di autolavaggio. Il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) esige che il procuratore generale indaghi seriamente su questo crimine e porti i responsabili in tribunale.

Secondo le ricerche svolte dal Pchr e la testimonianza di Abdullah, alle 21 circa di mercoledì 22 settembre 2010 le Fsn hanno arrestato i suoi due fratelli Ahmed, 26 anni, e Sa'id, mentre si trovavano nell'autolavaggio appartenente a Ramzi Mohammed Abu Se'da e situato nel quartiere di Ras al-Ein, a Nablus. I due sono stati portati nel carcere di Junaid, poco prima che anche Abdullah finisse in manette. Quest'ultimo, insieme a Sa'id, è stato poi sottoposto a pratiche di tortura e di falaka (fustigazione dei piedi) diverse volte. In seguito alle sofferenze, Sa'id ha accusato un pesante esaurimento fisico, ed è stato quindi trasferito nell'ospedale specializzato di Nablus. Un operatore sul campo del Pchr, che ha visitato Sa'id all'ospedale, ha riferito della netta presenza di lividi bluastri sui suoi piedi. I dottori hanno anche affermato che il ragazzo soffre di spasmi, e non riesce a respirare regolarmente.

Il Pchr condanna l'arresto dei tre fratelli e le torture inflitte a due di loro, e inoltre:

1)       chiede al procuratore generale d'indagare seriamente sul crimine e portare i responsabili in tribunale;

2)       chiede che le pratiche di tortura nelle prigioni e nei centri di detenzione dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) cessino immediatamente, considerando che i reati di tortura sono sempre punibili e i colpevoli non possono sfuggire alla giustizia;

3)       ricorda che le norme per la detenzione sono stabilite dalla legge palestinese e rientrano nelle competenze dei garanti giudiziari. Questi ultimi sono rappresentati dalla polizia, che lavora sotto gli ordini diretti e la supervisione del procuratore generale.

 

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