Secondo Nizar Ayyash, presidente dell’Unione dei pescatori di Gaza, la marina egiziana ha seguito la barca dei pescatori e ha aperto il fuoco su di loro dopo che questi erano entrati nelle acque egiziane.
Ayyash ha aggiunto che i tre pescatori erano fratelli e vivevano a Deir al-Balah, una cittadina nel centro di Gaza.
Il coordinatore del comitato dei pescatori, Zakariya Baker, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ma’an che i tre pescatori erano salpati giovedì sera e il venerdì mattina sono stati colpiti.
Il portavoce del ministero degli Interni palestinese a Gaza, Iyad Al-Bozom, ha affermato che il suo ministero sta esaminando la denuncia sulla sparizione di tre pescatori.
“Quando l’Accordo di Oslo venne firmato tra il governo israeliano e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, nel 1993, ai palestinesi fu detto che uno dei tanti frutti della pace sarebbe stato l’espansione della zona di pesca di Gaza – fino a 20 miglia nautiche (circa 37 km), appunto”, ha scritto il giornalista palestinese di Palestine Chronicle,Ramzy Baroud.
Nel novembre 2018, la marina egiziana aprì il fuoco sui pescatori palestinesi con la stessa accusa, uccidendone uno.
Nonostante ciò, nel gennaio 2019, la marina palestinese di Gaza salvò sei pescatori egiziani dopo che una tempesta aveva trascinato la loro barca nelle acque palestinesi, e gli accolse, prima di consentire loro di tornare in Egitto.
Secondo il sindacato dei pescatori, circa 50 mila abitanti di Gaza si guadagnano da vivere pescando.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.