Dura condanna alla decisione israeliana di espellere 1500 palestinesi di Gerusalemme per collegare il Muro di al-Buraq con il ‘quartiere ebraico’

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Gerusalemme – Infopal. Il Ministro dei Waqf e per gli Affari Religiosi, Taleb Abu Shair, ha biasimato la decisione dell’occupazione israeliana di espellere 1.500 cittadini palestinesi di Gerusalemme dal quartiere Silwan, situato nella città vecchia. Con il pretesto che le loro abitazioni sono state costruite senza permessi, il sindaco di estrema destra Nir Barakat ha intimato di evacuarle in cambio della concessione di altri terreni.

Il dott. Abu Shair ha condannato il tentativo di far evacuare 88 case minacciate di demolizione nel rione al-Bustan, sito a est delle mura della città vecchia, a sud della moschea di al-Aqsa, quello che le forze di occupazione chiamano ‘Giardino di Davide’, secondo la Torah.

Il Ministro per gli Affari Religiosi ha segnalato larghi scavi eseguiti nel quartiere di Silwan da organizzazioni ebraiche, con il sostegno del Governo e del Comune di occupazione tramite l’Ente israeliano per le Antichità, e il tentativo di assumere il controllo sul maggior numero possibile di case palestinesi nel quartiere.

Questo tentativo da parte dell’occupazione sionista, secondo le parole di Abu Shair, non sarebbe una novità: “Dietro questa campagna c’è l’organizzazione coloniale Il‘ad, che tenta di controllare il quartiere adiacente alla città vecchia”. Il Ministro ha attribuito al governo di occupazione la totale responsabilità di queste pratiche criminali e pericolose, affermando che esse rientrano nella politica di ebraicizzazione della città vecchia e di sgombero dei suoi abitanti originari, e che questo porterà a gravi conseguenze.

Il Ministero dei Waqf ha invitato le organizzazioni islamiche, arabe e internazionali, e la Lega Araba ad attivarsi velocemente per salvare la città di Gerusalemme e la moschea al-Aqsa, sostenere la resistenza della popolazione di fronte ai progetti di ebraicizzazione e fermare i continui crimini commessi dall’occupazione contro la Città Santa, affermando che tutti i mezzi sono legali per difendere i luoghi sacri dell’islam.

 

A sua volta, anche il Giudice Supremo della Palestina, Taisir at-Tamimi, ha condannato questo ulteriore passo di ebraicizzazione e l’annuncio del Comune di voler espellere 1.500 cittadini di Gerusalemme allo scopo di aprire una galleria di collegamento tra il Muro di al-Buraq (il Muro del Pianto per gli ebrei) e il cosiddetto ‘quartiere ebraico’: “Questa decisione è l’inizio di una nuova politica di espulsione contro gli abitanti palestinesi di Gerusalemme e un tentativo d’imporre una nuova realtà demografica”. Ha poi aggiunto: “La politica di espulsione rientra tra i tentativi di ebraicizzare la moschea al-Aqsa tramite il cambiamento dei lineamenti della compagine islamica”.

At-Tamimi ha spiegato che le autorità di occupazione stanno effettuando una campagna di ebraicizzazione senza precedenti intorno alla moschea al-Aqsa. Quanto sta accadendo non sarebbe decisione di questi giorni, ma un programma che risalirebbe fino all’occupazione della città nel lontano1967.

At-Tamimi ha precisato che la moschea al-Aqsa con i suoi cortili, le cupole, i muri, le porte, gli spazi e tutti i suoi componenti è proprietà di tutti i musulmani di tutta la terra per decisione divina, su cui gli ebrei non hanno nessun diritto, né da vicino né da lontano. Ha quindi addossato alle autorità di occupazione la totale responsabilità delle disastrose conseguenze che si avranno nella zona, se metteranno in pratica la loro aggressione contro la moschea.

 

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