Durante un incontro con giornalisti israeliani Mahmoud Abbas pone proprie condizioni perché i negoziati vadano avanti

Qudsn.ps. Martedì 22 aprile, durante un incontro con alcuni giornalisti israeliani nella sede della provincia di Ramallah, il presidente Mahmoud Abbas ha dato la propria disponibilità ad incontrare Benyamin Netanyahu, capo di governo dell’occupazione, “in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo”.

Abbas ha posto diverse condizioni perché venga garantita la prosecuzione dei negoziati tra le due parti, la più importante delle quali è il rilascio del quarto gruppo dei prigionieri veterani.

Davanti ai giornalisti israeliani ha così dichiarato: “se Israele crede nella soluzione a due stati, allora sediamoci attorno a un tavolo e vediamo dove sono i confini dello stato d’Israele e dove quelli dello stato palestinese”. Ha dunque insistito sul fatto che la tracciatura dei confini verrà compiuta durante i tre mesi dei negoziati, chiarendo che i palestinesi chiedono che il governo Netanyahu si adoperi in questo periodo a congelare la costruzione degli insediamenti: “è questo ciò che noi gli chiediamo per prolungare i negoziati e, a differenza di altri annunci, non avremmo posto decine di condizioni se avessimo terminato di tracciare i confini entro una o tre settimane. Dunque Israele sarà costretta in questo periodo a fermare la costruzione degli insediamenti”.

Ha aggiunto che “Israele deve rilasciare i prigionieri del quarto gruppo di veterani, poiché, di contro, i palestinesi sarebbero d’accordo a rivolgersi alla scena internazionale”

Ha dunque proseguito: “se Israele nel frattempo continuerà la sua politica nei confronti della’Autorità nazionale palestinese, mentre quest’ultima resterà senza alcun potere o diritti, allora sarà costretto a ritrovarsela accanto”, dando la propria disponibilità ad incontrare il premier Netanyahu in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo.

Ha infine confermato la propria intenzione di mantenere il coordinamento della sicurezza tra Israele e l’Autorità palestinese in ogni possibile evenienza, affermando che “mantenere il coordinamento della sicurezza è un dovere, sia che i negoziati vadano in porto, sia che falliscano, ed anche se non ci sono stati colloqui fra le due parti, siamo costretti a continuare a farlo”

Traduzione di Salvatore Michele Di Carlo