E’ morta oggi una bambina di 10 anni ferita dalle truppe israeliane due giorni fa.

Fonti sanitarie israeliane hanno reso noto che oggi, nel villaggio di Anata, una bimba di 10 anni è morta a seguito delle ferite provocate dalle pallottole israeliane

La piccola, ‘Abir Al-‘Aramin, era stata ricoverata questa mattina nell’ospedale Hadasa Ain Karm di Gerusalemme, per le gravi ferite riportate martedì dopo l’attacco dei militari israeliani alla scuola di Anata.

La bimba era figlia di Bassam Al-‘Aramin, membro dei Combattenti per la Pace, un gruppo pacifista israelo-palestinese di cui fanno parte ex soldati israeliani e palestinesi ex militanti di ali coinvolte in atti di violenza per ragioni di resistenza.

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Questa mattina i medici staccheranno la spina di Abir, 9 anni, ricoverata nell’ospedale Hadassah di Gerusalemme. E’ stata colpita nella scuola di Anata, un paese vicino a Ramallah, da un colpo sparato con pallottola di gomma dai soldati israeliani.
Era con sua sorella di 11 anni e altre bambini e bambine della scuola. I soldati sono arrivati, i bimbi hanno tirato pietre e i soldati hanno sparato. Abir è stata colpita alla testa.
Anat é la scuola dove il muro trancia a metà il cortile e dove nell’Aprile scorso abbiamo lanciato, con una grande iniziativa, il gruppo Combatants for Peace composto da ex soldati israeliani e ex combattenti e prigionieri palestinesi. Abir è la figlia di Bassam e Salwa. Bassam è uno dei fondatori di Combatants for Peace ed un uomo straordinario,  è stato in carcere per 7 anni.
Quando è venuto al Parlamento Europeo insieme ad Elik, Suleiman and Zohar, mentre parlava vi era un silenzio incredibile ed ognuno ascoltava le sue parole e il processo faticoso di accettare "l’ altro" e di lavorare insieme perchè non vi fosse più violenza.
All’ospedale con Bassam e Salwa vi sono Zohar e altri israeliani del gruppo combatants for peace. Ed oggi alle 10, i combattenti per la pace hanno chiamato ad una manifestazione davanti alla scuola di Anata.
Vorrei tanto che inviaste delle mail a Bassam e Salwa per dir loro che non sono soli e che gli vogliamo bene.
Un abbraccio.
 
Luisa Morgantini

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