E’ morto Khader Adnan, prigioniero in sciopero della fame

E’ morto Khader Adnan, prigioniero in sciopero della fame

InfoPal. Il prigioniero palestinese in sciopero della fame da 86 giorni, Khader Adnan, 45 anni, alto dirigente del gruppo di resistenza palestinese del Jihad islamico, è morto mentre si trovava in detenzione amministrativa sotto custodia israeliana. Ne ha dato l’annuncio martedì all’alba il Servizio carcerario israeliano (IPS).

Riporta Quds Press: “In una cella buia dell’ospedale del famigerato carcere di Ramle, il detenuto Adnan è rimasto in condizioni di salute difficili per 86 giorni, in una crudele battaglia a stomaco vuoto, fino a quando il ‘leone degli scioperi’ è diventato un martire, oggi, martedì”.

Adnan è stato trovato privo di sensi nella sua cella, durante le prime ore di martedì mattina. È stato portato allo Shamir Medical Center fuori Tel Aviv, dove è stato dichiarato morto, ha reso noto l’IPS.

Domenica, un tribunale israeliano aveva rifiutato di rilasciare Adnan, nonostante il deterioramento delle sue condizioni di salute.

La moglie di Adnan, Randa Musa, aveva affermato che un tribunale israeliano aveva respinto l’appello presentato per il rilascio su cauzione del marito. Il tribunale aveva fissato un’altra udienza per il 10 maggio.

Durante la sua detenzione, la moglie di Adnan aveva viaggiato da una provincia all’altra, in attività e incontri, aveva parlato alla radio e alla televisione e in qualsiasi altro mezzo di comunicazione, per far luce sulle sofferenze del marito e trasmettere all’opinione pubblica gli sviluppi del suo sciopero.

Khader Adnan Musa era nato il 24 marzo 1978 nella cittadina di Arraba, a Jenin, nella Cisgiordania settentrionale. Aveva completato gli studi primari e secondari nella sua città natale e, nel 1996, era entrato alla Birzeit University, a Ramallah, laureandosi in matematica economica nel 2001. Successivamente aveva ottenuto un master in economia presso la stessa università.

Adnan aveva passato quasi 9 anni in carcere (le forze di occupazione lo avevano arrestato 13 volte), la maggior parte delle quali con ordini di detenzione amministrativa, oltre alla sua carcerazione politica da parte dell’apparato di sicurezza dell’autorità palestinese.

Adnan aveva condotto uno sciopero dopo l’altro con la forte volontà di ottenere la libertà e consegnare un messaggio: “Non accettiamo le politiche dell’occupante, non ci arrenderemo alle sue decisioni e afferreremo la nostra libertà, non importa quali siano i sacrifici”.

Dal 2005, Adnan aveva intrapreso diversi scioperi della fame, da solo o insieme ad altri detenuti.

Adnan lascia la moglie e nove figli (5 maschi e 4 femmine, il più grande dei quali di 14 anni e il più piccolo meno di due anni).

Con la morte di Khader Adnan, il numero delle vittime del movimento dei prigionieri è salito a 236, dal 1967, dei quali 75 a causa di negligenza medica intenzionale.

(Fonti: Quds Press e PIC).