Betlemme-Ma’an. Nabil Amro, membro del Comitato centrale dell’OLP, lo scorso venerdì ha prospettato la possibilità che la leadership palestinese riconosca Israele come stato ebreo.
Amro ha riferito a Ma’an che ci sarebbe spazio per il riconoscimento da parte dell’attuale direzione, a patto che venga approvato dal referendum popolare.
Funzionari dell’OLP hanno dichiarato che le autorità americane devono presentare un modulo di riconoscimento plausibile, tuttavia ciò che il primo ministro Netanyahu ha proposto al momento è inaccettabile.
Amro ha dichiarato: “Se questo è uno dei maggiori ostacoli sulla strada del Segretario di stato americano, Kerry da uomo determinato e solerte deve superarlo, senza mettere in imbarazzo Abbas o indebolire un possibile accordo tra palestinesi e israeliani”.
Oltre 760.000 palestinesi – secondo le stime attuali 4,8 milioni inclusi i discendenti – sono stati costretti all’esilio o cacciati dalle proprie case a causa del conflitto scoppiato a seguito della nascita di Israele nel 1948.
I funzionari palestinesi hanno ribadito come sia superfluo riconoscere il concetto di Israele come “stato ebreo” e come questo minaccerebbe i diritti di quasi 1,3 milioni di cittadini palestinesi in Israele, che non si sono mossi durante la migrazione della gran parte della popolazione palestinese.
I rifugiati palestinesi hanno diritto di ritornare alla propria terra, come stabilito dall’articolo 11 della risoluzione 194 dell’Onu.
I territori palestinesi riconosciuti a livello internazionale, tra cui West Bank e Gerusalemme orientale sono stati occupati militarmente da Israele a partire dal 1967.
Traduzione di Elena Ferrara