Londra – Ma'an. Venticinque rappresentanti diplomatici dell'Unione Europea a Gerusalemme est e Ramallah hanno riferito in un rapporto interno che i tentativi d'Israele di “mettere in evidenza l'identità esclusivamente ebraica della città” potrebbero avere “ripercussioni globali”.
Il rapporto, definito di natura confidenziale, è stato ottenuto dal giornale britannico The Independent, pur essendo inizialmente rivolto alle autorità dell'Unione a Bruxelles, e contiene diverse raccomandazioni in vista di un intervento dell'Ue nella questione.
Secondo il giornale, i rappresentanti Ue hanno proposto di assistere alle demolizioni delle case palestinesi di Gerusalemme est da parte delle forze israeliane, e alle udienze legali riguardanti quelle demolizioni o gli sfratti che le accompagnano. I consoli generali hanno anche suggerito “l'intervento dell'Ue quando dei palestinesi vengano arrestati o intimidati dalle autorità israeliane a Gerusalemme est per le loro attività pacifiche di tipo culturale, sociale o politico”.
Le proposte dei diplomatici si riferiscono ad episodi come quello che vide le autorità israeliane della città divisa reprimere i festeggiamenti per al-Quds (Gerusalemme) Capitale della cultura 2009, sponsorizzati dall'Organizzazione educativa, culturale e scientifica della Lega Araba (Alecso). In un'altra occasione, la polizia israeliana interruppe l'inaugurazione del Festival della letteratura palestinese, che fu poi ospitato dal Centro culturale francese sotto l'attenta vigilanza delle forze dell'ordine.
“Se le attuali tendenze non verranno fermate subito, la prospettiva di Gerusalemme est futura capitale di uno Stato palestinese diventerà sempre più improbabile e inattuabile. Questo, a sua volta, mette seriamente in pericolo le possibilità a favore di un pace sostenibile, che si basi sull'esistenza di due stati con Gerusalemme futura capitale di entrambi” si legge nel report, in base a quanto riferisce l'Independent.
Critiche sono state rivolte anche ai tentativi di ebraicizzazione della città, i quali, secondo i diplomatici, minacciano di “radicalizzare il conflitto, con potenziali ripercussioni a livello regionale e globale”.
Man mano che prosegue la pianificazione e l'attuazione dei progetti coloniali, prosegue il report, le aree a popolazione palestinese si fanno più sparpagliate a livello geografico: le comunità palestinesi a est del Muro di separazione israeliano sono ora totalmente isolate da quella che un tempo era la città più grande della Cisgiordania.
Nel documento si propone anche di bandire “i coloni violenti di Gerusalemme est” dal territorio dell'Unione, e si raccomanda un boicottaggio europeo dei prodotti coloniali provenienti dalla città.
Ue, Usa e palestinesi condannano la demolizione di un hotel a Gerusalemme est
La notizia del report è giunta all'indomani dell'abbattimento di un albergo palestinese (lo Shepherd Hotel) a Gerusalemme est, che ha scatenato aspre critiche da parte dei palestinesi, dell'Ue e degli Usa. La struttura, posta nel quartiere di Shaykh Jarrah, è stata rasa al suolo per lasciare il posto a venti case di lusso per soli ebrei.
Il gesto è stato fermamente condannato dall'Alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Ue, Catherine Ashton: “Ribadisco che le colonie sono illegali secondo la legge internazionale, che minano la fiducia tra le parti e che rappresentano un ostacolo per la pace. Inoltre, ricordiamo che Gerusalemme est fa parte dei Territori Palestinesi occupati, la cui annessione da parte d'Israele non è riconosciuta dall'Ue”.
Sulla stessa linea, il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha affermato che la demolizione dell'edificio ha contraddetto “la logica di un accordo ragionevole e necessario tra le parti sullo status di Gerusalemme”, mentre per Nabil Abu Rudayna, portavoce del presidente Mahmud 'Abbas, essa “ha distrutto tutti gli sforzi degli Usa e posto fine a qualsiasi possibilità di un ritorno alle trattative”.