Ebraicizzazione di Gerusalemme, Ghoneim: Israele ha raggiunto il 90% dei suoi obiettivi

29-jerusalemAl Quds (Gerusalemme)-Quds Press. Il membro della Coalizione per Gerusalemme, Youssef Ghoneim, ha criticato i frequenti discorsi, proferiti durante gli eventi e le conferenze,  circa la dimensione del rischio che minaccia Gerusalemme e la moschea di al-Aqsa, che tuttavia, non portano ad alcuna presa di posizione reale sul terreno, per sostenere la città Santa contro i piani israeliani di ebraicizzarla.

In alcune dichiarazioni rilasciate a Quds Press mercoledì 9 ottobre, Ghoneim ha ritenuto che “il 90% degli obiettivi prefissati dall’occupazione per completare l’ebraicizzare di Gerusalemme è stato portato a termine”, citando il piano 2020, che riflette la visione israeliana della città Santa nell’anno 2020.

Ghoneim ha sottolineato che l’occupazione è impegnata a ridurre la percentuale degli abitanti palestinesi di Gerusalemme, attuando diverse politiche e imponendo, in particolare, delle restrizioni economiche sui gerosolimitani. In aggiunta ai tentativi di cancellare la consapevolezza nazionale palestinese, sostituendola con una visione israeliana.

In un contesto correlato, il predicatore della moschea di al-Aqsa, Shaykh ‘Ikrima Sabri, ha attribuito l’escalation degli assalti dei gruppi ebraici contro al-Aqsa all’aumento della forza dei movimenti estremisti nelle società israeliana, in virtù del fatto che questi ultimi sono riusciti a portare i propri rappresentanti al governo di destra israeliano e al Knesset.

L’obiettivo delle incursioni è quello di imporre una nuova realtà nella moschea di al-Aqsa”, ha dichiarato Shaykh Sabri accusando il governo, le forze di sicurezza e l’esercito israeliano di “fornire un supporto diretto ai gruppi ebraici che assaltano la moschea”. Ha anche ritenuto il governo dello Stato ebraico responsabile per qualsiasi danno arrecato al luogo Santo.

Lo Shaykh ha anche avvertito che l’occupazione potrebbe sfruttare la situazione attuale nei Paesi arabi e i negoziati in corso con l’Autorità palestinese (Anp) “per guadagnare tempo e attuare i suoi piani contro la moschea di al-Aqsa”. “Gli israeliani non sono intenzionati a trovare una soluzione al conflitto e nemmeno raggiungere la pace. Per loro, i negoziati rappresentano solo un mezzo per guadagnare del tempo. Essi non concederanno nemmeno uno solo dei diritti del popolo palestinese”, ha aggiunto.

Sabri ha anche avvertito dal rischio derivante dalle affermazioni affrettate, che considerano la città Santa già ebraicizzata o alle ultime fasi di tale processo. “Tali conclusioni, oltre ad essere imprecise, rappresentano una motivo di frustrazione. Non possiamo rimanere a guardare e dobbiamo difendere al-Aqsa a qualunque costo, attraverso la presenza costante in essa”, ha dichiarato.

Nello stesso contesto, Sabri ha ridimensionato l’importanza della decisione dei Paesi arabi di insignire la città di Gerusalemme del titolo “capitale araba della cultura”, ha dichiarato: “Non mi aspetto alcunché da questa decisione, essa non avrà alcun impatto per quanto riguarda la lotta all’occupazione. Per affrontare Israele, invece, urgono delle mosse pratiche da attuare sul campo, quali la mobilitazione e le pressioni da esercitare da parte dei Paesi arabi e islamici, per scoraggiare l’occupazione dal proseguire i propri piani”.