Economia palestinese sotto occupazione israeliana: troppo debole per l’indipendenza

AntiWar. Dopo decenni di occupazione israeliana della Palestina, l’economia palestinese è troppo debole per poter fondare uno stato indipendente. Lo si legge in un report israeliano reso noto solo una settimana fa.

Nel documento si sostiene che l’economia palestinese sia fin troppo incostante dal momento che essa “dipende da progetti di edilizia” finanziati dall’assistenza estera.
Per mezzo di quest’assistenza si allontana sempre più la possibilità di uno stato nazione indipendente. Anche nella mera ottica della sopravvivenza.

In un documento Onu stilato dal Comitato dei paesi donatori si giunge alle medesime conclusioni.

Tra gli indici utilizzati nel rapporto, si omette il fatto che molti dei progetti edilizi siano necessari a ricostruire tutto ciò che Israele devasta nelle comunità (città e villaggi) palestinesi.
La Striscia di Gaza, soprattutto, sottoposta a continui raid militari israeliani, è stata totalmente distrutta. A tal riguardo, solo di recente, il leader di Hamas, Khaled Mesha’al, aveva accusato Israele di usare a Gaza come “cavia” per testare le sue armi missilistiche.

Dal momento che tra i presupposti dell’indipendenza vi è la dotazione preventiva di un’economia forte, non si sa essa giungerà per la Palestina.

Diverse nazioni, diventate indipendenti dopo lunghe occupazioni militari, hanno dovuto attraversare un periodo di ristrutturazione economica.

Solo la Palestina resta in una dura condizione economica, calcolata essere peggiore di quella che nel 1993 toccò l’Eritrea o, nel 2011, il Sudan del sud.