Egitto: condanna a morte per 183 leader dei FM, tra cui la Guida Suprema

Il Cairo-Quds Press. La settima sessione del Tribunale penale di Minya, in Egitto, presieduta dal giudice Yussuf Sabri, ha deciso, in data 21 giugno, il deferimento al Mufti della Repubblica (condanna a morte) per 183 imputati, fra i quali Muhammad Badie, leader dei Fratelli Musulmani, la condanna al carcere duro per 4 imputati, e l’assoluzione per altri 496.

Tutti erano accusati di coinvolgimento negli episodi di violenza che hanno avuto luogo nel centro di Adwa, nel nord della provincia, a metà agosto dello scorso anno, in seguito alle proteste nelle piazze di Rabaa al-Adawya e al-Nahdha, al Cairo.

Il giornale egiziano al-Sharq ha dichiarato, nel suo sito web, che il Tribunale penale di Minya ha iniziato sabato 21 giugno il processo contro 826 imputati, tra cui Muhammad Badie, guida dei Fratelli Musulmani, e altri 143 imputati.

Le accuse sono quelle di istigazione all’assalto e all’incendio della stazione di polizia di Awda, di omicidio volontario e premeditato del sergente Mamduh Qutb Muhammad, della stazione di polizia di Awda, di ricorso alla forza e alla violenza contro i funzionari pubblici, di sabotaggio di beni di proprietà dello Stato, di furto di armi e di munizioni, di incendio doloso di impianti dello Stato, di distruzione di libri e registri dei dipartimenti governativi, di complicità nella fuga di persone arrestate, di possesso di armi senza licenza.

Tali accuse sono sopraggiunte pochi giorni dopo l’annuncio ufficiale dell’elezione di al-Sisi e pochi giorni prima dell’anniversario della deposizione del presidente Muhammad Mursi, con l’annuncio di un’alleanza legittima volta a contrastare i movimenti popolari intenzionati a realizzare ciò che viene definito “un colpo di Stato”.

Traduzione di Federica Pistono