Egitto, manifestazioni in tutto il paese a un mese dai massacri di Rabaa e al-Nahda

Al-Jazeera. Venerdì 13 settembre, ad un mese dalla sanguinosa repressione dei sit-in di Rabaa al-Adaweya e al-Nahda, diverse manifestazioni hanno avuto luogo nelle città egiziane. Il bilancio delle manifestazioni, organizzate sotto lo slogan “Leali al sangue dei martiri “, è di due persone uccise e 12 feriti.

Gli oppositori del golpe militare, accogliendo gli appelli lanciati dalla Coalizione nazionale per la legittimità, hanno manifestato in diversi governatorati egiziani. Al Cairo, il corrispondente di al-Jazeera ha riferito di due marce unitesi nei pressi del palazzo presidenziale. I manifestanti hanno sventolato striscioni che inneggiavano alla disobbedienza civile e alla campagna “Non pago” che consiste nel rifiutare di saldare le bollette di energia elettrica, acqua e telefono.

La stessa emittente satellitare ha riferito di altre manifestazioni, partite dopo la preghiera del venerdì, in diversi quartieri della capitale egiziana.

Anche nella città costiera di Alessandria gli oppositori del colpo di stato hanno organizzato tre manifestazioni di massa, la prima ha avuto luogo di fronte alla moschea di al-Tawhid, la seconda al centro della città, nei pressi della moschea di Qaed Ibrahim e la terza di fronte a quella di Sidi Bishr.

In un contesto correlato, filmati amatoriali trasmessi dagli attivisti hanno mostrato migliaia di manifestanti nelle città di Dumiat, Qana, al-Buhaira, Port Said, al-Manoufia, al-Sharqiya, Kailubiya, Daqhalia e Beni Suef, con il caratteristico logo giallo di piazza Rabaa che ha prevalso sulla scena.

I manifestanti hanno scandito slogan contro il colpo di stato militare, chiedendo di processare i responsabili dei massacri avvenuti durante la repressione dei sit-in di Rabaa al-Adaweya e al-Nahda. Hanno anche espresso il loro rifiuto per la proroga dello stato di emergenza, del coprifuoco e delle continue campagne di persecuzione lanciate contro gli oppositori del golpe.

Dal canto suo, venerdì sera, Khaled al-Khatib, direttore dell’Amministrazione centrale per i ricoveri d’urgenza, presso il ministero della Salute egiziano, ha rivelato che due persone sono state uccise e altre 12 sono rimaste ferite negli scontri tra le forze di sicurezza e i sostenitori di Mursi .

L’agenzia stampa UPI, riportando quanto dichiarato da al-Khatib ai giornalisti, ha riferito che una vittima è caduta ad Alessandria, un’altra a Beni Suef, a sud del Cairo. Mentre sei persone sono rimaste ferite ad Alessandria, e altre sei nella città di al-Sharqiya.