Egitto, nelle ultime 24 ore 49 morti e 250 feriti

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PressTv e Quds Press. Domenica 26 gennaio, il ministro della Difesa egiziano ha riferito che circa 50 persone sono state uccise e 250 ferite nelle ultime 24 ore, in scontri scoppiati durante manifestazioni rivali (tra oppositori e sostenitori del deposto presidente Mohammed Mursi, ndr).

Decine di migliaia di attivisti e sostenitori della Fratellanza Musulmana hanno preso parte a manifestazioni nazionali per commemorare l’anniversario della Rivoluzione che nel gennaio 2011 rovesciò il dittatore Hosni Mubarak.

La polizia ha fatto uso della forza contro i dimostranti. Diversi oppositori di Mursi hanno lanciato pietre ai rivali.

Vittime sono state registrate nelle città del Cairo, Alessandria, Giza e Minya, ma il bilancio più alto è stato nella capitale e nei suoi sobborghi.

Il ministro dell’Interno ha dichiarato che 1.079 persone sono state arrestate durante le proteste.

L’Egitto sta affrontando una situazione di violenza continua dal 3 luglio 2013, quando l’esercito depose Mursi, sospese la costituzione e dissolse il parlamento. E nominò il capo della Suprema Corte Costituzionale, Adly Mahmoud Mansour, come  nuovo presidente ad interim.

Da allora, il governo ad interim ha sferrato una sanguinosa repressione contro i sostenitori di Mursi e ha arrestato migliaia di membri della Fratellanza, tra cui alti dirigenti del partito.

Anche le università egiziane sono teatro di violenti scontri, con studenti che chiedono il reintegro di Mursi e la fine della repressione contro i sostenitori della Fratellanza.

Il 25 dicembre, il governo militare bandì il movimento della FM in quanto organizzazione “terrorista” per il presunto coinvolgimento in un attentato mortale, senza indagini o prove.

Mercoledì scorso, Amnesty International ha criticato le autorità egiziane per l’uso di “un’escalation senza precedenti” della violenza contro i manifestanti e “una serie di colpi dannosi ai diritti umani”.

Secondo il gruppo inglese per i diritti umani, 1.400 persone sono state uccise durante le violenze politiche dalla cacciata di Mursi, “la maggior parte di loro per un eccesso di forza usata dalle forze di sicurezza”.