Gaza-PIC. Le autorità egiziane stanno impiantando un progetto per un corridoio idrico al confine egiziano con Gaza per “mettere fine ai tunnel di contrabbando”. Tale progetto è visto da diversi importanti dipartimenti del governo di Gaza come una minaccia alla sicurezza idrica.
Domenica, il vice direttore dell’Autorità per l’Acqua di Gaza, Mazen al-Banna, ha convocato una conferenza stampa, rappresentando anche il ministero dell’Agricoltura, l’Autorità per l’Acqua, l’Autorità per l’Ambiente e il ministero per il Governo locale. Ha affermato che “il progetto è considerato una violazione dei diritti dei due popoli (egiziano e palestinese)” e ne ha chiesto un arresto immediato per via delle sue minacce che rappresenta a diversi livelli, compresi acqua, economia e sicurezza nazionale.
Al-Banna ha chiarito che la realizzazione del progetto, che non tiene conto della crisi ambientale, comprometterebbe la Palestina e anche l’Egitto. Tra le minacce, c’è la distruzione delle falde acquifere comuni nella regione, attraverso la dispersione di acqua salata nel sottosuolo.
Ha sottolineato che il progetto egiziano è un’applicazione di ciò che l’occupazione israeliana ha cercato di impiantare decine di anni fa. Ha ricordato che il governo israeliano aveva allora pianificato di scavare un corso d’acqua lungo il confine palestino-egiziano per sventare gli sforzi della resistenza palestinese di trafficare armi. Al-Banna ha fatto notare che le autorità egiziane hanno distrutto la maggior parte dei tunnel.
Il vice direttore dell’Autorità per l’Acqua ha invitato il popolo egiziano e il suo governo a prendere tutte le misure necessarie per porre immediatamente fine al progetto. E ha chiesto un intervento immediato dell’ONU per fare pressioni sul governo egiziano.
Al-Banna ha esortato la Lega Araba e l’Organizzazione della Conferenza Islamica a usare la propria influenza sull’Egitto per bloccare il progetto che metterebbe a rischio la sicurezza nazionale araba e islamica.
Ha anche esortato le organizzazioni internazionali ambientali e per i diritti umani ad intervenire.
I bulldozer militari egiziani hanno iniziato a scavare stagni enormi, che saranno riempiti con acqua marina, lungo il confine tra Gaza e l’Egitto.