ELEZIONI IN ISRAELE, VINCONO LE DESTRE: Kadima 28 seggi, Likud 27. HAMAS: ha vinto il terrorismo.

 

Tel Aviv – Infopal. I cittadini israeliani ieri hanno assegnato la preferenza alla destra, quella rappresentata dalla leader di Kadima, Tzipi Livni, e quella del Likud di Benjamin Netanyahu. La prima ha ottenuto 28 seggi, il secondo 27. Da solo, nessuno dei due può governare.

Tuttavia, entrambi si sono dichiarati vincitori. Dovranno cercare alleati per formare un governo stabile.

All'estremista razzista, Avigdor Lieberman e al suo Yisrael Beitenu, sono andati 15 seggi, due in più di quelli ottenuti dall'attuale ministro della Difesa (Guerra), e leader del partito Laburista, Ehud Barak, che ne ha vinti 13.

Si tratta di un lieve vittoria di Kadima, partito di centro-destra, guidato dalla Livni, che come il suo collega Barak, si è macchiata di crimini di guerra contro 1,5 milioni di esseri umani residenti a Gaza.

L'analista israeliano Yossi Verter, questa mattina scrive sull'edizione online di Haaretz che “senza Lieberman, Livni non ha possibilità di governare”. 

Parallelamente, il leader del Likud, Netanyahu, ha dichiarato di aver vinto le elezioni.

Certarmente, la grande sconfitta è la sinistra: il partito Meretz ha ottenuto soltanto 3 seggi. Gli altri sconfitti sono le formazioni religiose: United Torah Judaism ha 5 seggi, National Union 4 e Bayit Hayehudi 3.

Il partito arabo-israeliano Ra'am Ta'al ha guadagnato 4 seggi e Balad 3.

La reazione di  Hamas: “Le elezioni israeliane hanno dato vittoria a tre rappresentanti del terrorismo. Chiediamo un cambiamento della realtà araba per affrontare le nuove sfide”.

Fawzi Barhum, portavoce di Hamas, in un comunicato stampa di cui il corrispondente di Infopal.it ha ricevuto una copia, ha dichiarato che “i risultati delle elezioni confermano che la società sionista ha scelto i più estremisti e i sostenitori del terrorismo e delle guerre contro il popolo palestinese”.

E ha aggiunto: “Oggi ci troviamo davanti a tre rappresentanti del terrorismo: Livni vuole completare la guerra contro il popolo palestinese; Netanyahu ha affermato che 'non esiste un partner palestinese (con cui dialogare, ndr)' e che non rispetterà alcun accordo; Lieberman vuole distruggere l’Egitto e 'gettare i mare il popolo palestinese'. Le bande sioniste si sono trasformate in partiti estremisti. Erano piccole realtà, ma oggi sono diventate parte della cultura israeliana”.

Per ciò che riguarda la possibilità che i risultati delle elezioni influiscano sulle questioni palestinesi – scambio di prigionieri e fine dell’assedio -, il portavoce di Hamas ha spiegato: “Quando parliamo di sviluppi drammatici e pericolosi che avranno effetti sugli sforzi egiziani, ci riferiamo in particolare al caso del soldato Shalit (catturato nell'estate del 2006 a Gaza e ancora nelle mani della resistenza palestinese, ndr), oppure alla fine dell’assedio o all'influenza su tutta la zona”.

Barhum ha poi precisato che “qualsiasi governo persegua una tregua, dovrà porre termine all’assedio della Striscia e alle aggressioni, e aprire i valichi, compreso quello di Rafah. Anche Shalit ha un prezzo, noto al nemico sionista. Dunque, noi rimaniamo fermi sulle nostre posizioni. Ciò che muta sono le facce israeliane, ma questo non significa che si stanno prospettando cambiamenti nella politica sionista”.

Il portavoce di Hamas ha infine auspicato “cambiamenti nella realtà araba attuale per affrontare le pericolose sfide contro il popolo palestinese e contro tutta l'area”.

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