Escalation di demolizioni di case palestinesi a Gerusalemme

479 (2)Alaraby.co.uk. Le autorità israeliane hanno aumentato le demolizioni di case palestinesi a Gerusalemme Est, distruggendo oltre 66 unità abitative nei primi quattro mesi del 2017.

Secondo i dati dell’ONU, nel 2016 oltre 1.560 palestinesi sono rimasti senza un tetto a causa delle demolizioni israeliane, tuttavia continuando di questo passo il 2017 batterà il record dell’anno precedente.

Le case vengono abbattute con il pretesto di “costruzione priva di licenza”, ma, secondo i dati dell’ONU, fra il 2010 e il 2014 l’amministrazione civile israeliana ha concesso solo l’1,5% dei permessi richiesti.

Quest’ondata di demolizioni è iniziata in seguito alle esplicite minacce del sindaco di Gerusalemme Nir Barkat di abbattere centinaia di case palestinesi nella città, come rappresaglia per l’evacuazione dell’avamposto coloniale di Amon, avvenuta nel 2016.

A dicembre, quando la Corte Suprema aveva decretato la demolizione dell’avamposto illegale, Berkat aveva dichiarato, secondo quanto riportato da AFP, che tale decisione “potrebbe avere implicazioni per simili casi a Gerusalemme, dove gli arabi hanno costruito illegalmente su terreni privati e municipali”.

A partire dall’occupazione israeliana di Gerusalemme Est, di Gaza e della Cisgiordania nel 1967, oltre 48mila case e strutture agricole palestinesi sono state demolite e perlomeno 160mila palestinesi sono rimasti senza tetto,  secondo quanto riportato dal Comitato israeliano contro la demolizione.

La maggior parte delle demolizioni in Cisgiordania avviene nell’Area C, costituita dall’oltre 60% della Cisgiordania sotto il pieno controllo israeliano, dove è situata gran parte degli insediamenti.

A Gerusalemme Est, le demolizioni avvengono in aree strategiche in modo che la sovranità israeliana non possa essere sfidata e che la divisione della città come parte della “soluzione dei due stati” divenga impossibile.

Traduzione di F.G.