Esercito israeliano uccide bambina ancora nel grembo della madre con gas lacrimogeni

Ramallah – WAFA. Misk, che si trovava ancora nel grembo della madre incinta al settimo mese, Areej, è morta a causa delle complicazioni dovute all’inalazione da parte della mamma dei gas lacrimogeni sparati dall’esercito d’occupazione israeliano contro la sua casa, a al-Mughayyer, ad est di Ramallah, la scorsa settimana.

Il cuore di Misk si è fermato giovedì sera, dopo che la salute di sua madre si era deteriorata a seguito di problemi respiratori provocati dai gas. È stata portata in sala operatoria due volte di seguito.

Areej Abu Alyya, 37 anni, ha avuto bisogno di 50 unità di sangue negli ultimi giorni, ed è stata tenuta nell’unità di terapia intensiva per tutto questo tempo in condizioni di salute molto gravi.

La casa di Abu Alyya si trova in una zona instabile ad est del villaggio, testimone di scontri quasi quotidiani tra l’esercito israeliano ed i residenti. Ogni settimana cadono più di 100 candelotti di gas lacrimogeno nelle vicinanze della loro casa.

Iyad Abu Alyya, il marito di Areej, ha dichiarato: “Viviamo in una zona molto pericolosa. I lacrimogeni sono sparsi attorno la casa e al suo interno”.

Le forze d’occupazione sparano intenzionalmente raffiche di lacrimogeni contro le case di quella zona, costringendo molti residenti a lasciare le loro dimore anche a tarda notte.

“Stiamo dormendo profondamente quando ci svegliamo all’improvviso, con il rumore di un candelotto lacrimogeno che entra dalle finestre di casa. Corro per portare i miei otto figli fuori di casa, nonostante il freddo, e li metto nel mio camion per portarli al centro del villaggio. Torniamo a casa la mattina. Facciamo tutto ciò con frequenza”, ha affermato Iyad.

Lo scorso giovedì mattina, ci sono stati piccoli scontri nelle vicinanze della casa di Abu Alyya. Le forze d’occupazione hanno risposto sparando gas lacrimogeni, la maggior parte dei quali sono caduti vicino alla sua casa, provocando gravi problemi respiratori a Areej.

Areej è stata portata d’urgenza al Palestine Medical Complex di Ramallah, in condizioni gravi, e subito dopo è entrata in sala operatoria, dopo che i medici si sono resi conto che il cuore della figlia aveva smesso di battere.

“Ogni settimana porto i miei figli dal medico del villaggio, tutti con sintomi gravi a causa dell’inalazione di gas lacrimogeni […] che causa loro vomito costante, dolore toracico e tosse grave. Sembra che il gas sparato dalle forze d’occupazione è un tipo nuovo e più tossico”, ha affermato Iyad Abu Alyya.

A pochi metri dalla casa di Abu Alyya, il tredicenne Ali Abu Alyya è stato ucciso il 4 dicembre a colpi d’arma da fuoco dell’esercito israeliano e, a meno di 50 metri, anche Hamdi al-Naasan è stato ucciso dai soldati, il ​​20 gennaio del 2019.

Le forze israeliane hanno preso di mira al-Mughayyer da molto tempo, ed i confronti si ripetono quasi quotidianamente.