Esperta ONU condanna la nuova legge israeliana che permette la detenzione dei minorenni palestinesi

New York – Press TV. La relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Palestina ha criticato il parlamento israeliano per aver approvato una legge che autorizza la detenzione dei bambini palestinesi, che sono “tormentati spesso oltre il punto di sopportazione” sotto la custodia israeliana.

Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti nei Territori palestinesi occupati, in un post di giovedì su X, ha definito le esperienze dei minorenni palestinesi detenuti in Israele come estreme e spesso disumane.

L’esperta delle Nazioni Unite ha sottolineato il grave impatto di questa politica, notando che ogni anno vengono presi in custodia fino a 700 minorenni palestinesi, una pratica che ha descritto come parte di un’occupazione illegale che considera questi bambini come potenziali minacce.

Albanese ha affermato che i minorenni palestinesi in custodia israeliana sono “tormentati spesso oltre il punto di rottura” e che “generazioni di palestinesi porteranno [con sé] le cicatrici e i traumi del sistema di incarcerazione di massa israeliano”.

Ha inoltre criticato la comunità internazionale per la sua inazione, suggerendo che gli sforzi diplomatici in corso, che spesso si basano sull’idea di riprendere i negoziati di pace, hanno contribuito a normalizzare tali violazioni dei diritti umani contro i bambini palestinesi e la popolazione in generale.

I commenti di Albanese sono arrivati in risposta all’approvazione da parte del Parlamento israeliano [Knesset], il 7 novembre, di una legge che autorizza la detenzione di bambini palestinesi sotto i 14 anni per “terrorismo o attività terroristiche”.

In base alla legge, dopo una misura temporanea di cinque anni, una volta compiuti i 14 anni, gli individui saranno trasferiti in una prigione per adulti per continuare a scontare la loro pena.

Inoltre, la legge prevede una clausola triennale che consente ai tribunali di rinchiudere i minorenni nelle carceri degli adulti per un massimo di 10 giorni se sono considerati pericolosi. Secondo la Knesset, i tribunali hanno l’autorità di estendere questa durata se necessario.

La legge sottolinea un cambiamento nel trattamento dei minorenni e solleva un allarme tra i sostenitori dei diritti umani riguardo alle ramificazioni legali ed etiche della detenzione dei bambini e alle condizioni in cui possono essere imprigionati.

Migliaia di palestinesi, tra cui centinaia di bambini e donne, si trovano attualmente nelle carceri israeliane, circa un terzo senza accusa né processo. Inoltre, un numero imprecisato è detenuto arbitrariamente a seguito di un’ondata di arresti sulla scia della guerra genocida del regime contro Gaza.

Dall’inizio della guerra di Gaza, il regime israeliano, sotto la supervisione del ministro estremista Itamar Ben-Gvir, ha trasformato le prigioni e i centri di detenzione in “camere della morte”, afferma il ministero degli Affari dei detenuti ed ex-detenuti di Gaza.

Violenze, fame estrema, umiliazioni e altre forme di abuso sui prigionieri palestinesi sono state normalizzate in tutto il sistema carcerario israeliano, secondo i rapporti.

Oltre 270 minorenni palestinesi sono detenuti dalle autorità israeliane, in violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite e dei trattati internazionali che vietano l’incarcerazione dei bambini, come riportato dalle organizzazioni per i diritti dei palestinesi.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.