Esplosione a Gaza uccide sei palestinesi, Israele si rifiuta di commentare

Gaza-MEMO. Sabato 5 maggio, un’esplosione a Gaza ha ucciso sei persone, secondo quanto affermato da Hamas. Il movimento ha accusato Israele, che ha rifiutato di fare commenti, della responsabilità dell’incidente.

Una dichiarazione dell’ala militare del gruppo palestinese ha definito l’incidente come un “crimine sionista deplorevole” perpetrato contro il suo popolo.

“Durante una complicata operazione di sicurezza ed intelligence condotta dalle Brigate Qassam per indagare su un serio e grave incidente di sicurezza portato avanti dal nemico sionista contro la resistenza palestinese, un crimine deplorevole è avvenuto contro i nostri Mujahidin nell’area di Zawayda, nella Striscia di Gaza centrale”, ha affermato la dichiarazione.

Il gruppo televisivo dell’agenzia Reuters ha filmato una colonna di fumo sopra il villaggio di Zawayda, vicino alla costa di Gaza, lontano dal confine con Israele, dove le tensioni si sono intensificate nelle ultime settimane.

Le circostanze esatte dell’esplosione non erano chiare e Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, non ha fornito ulteriori dettagli.

Un portavoce militare israeliano ha rifiutato di commentare l’incidente, anche se poco prima un ufficiale più giovane aveva negato la partecipazione dell’esercito.

Israele ha ritirato truppe e coloni da Gaza nel 2005. Ma, utilizzando la giustificazione della “sicurezza”, mantiene un blocco navale sul territorio costiero, continuando ad esercitare severe restrizioni sul movimento di palestinesi e merci attraverso la frontiera.

In coordinamento con Israele, anche l’Egitto mantiene il suo confine con Gaza in gran parte chiuso.

Affrontando le critiche internazionali sull’uso del fuoco letale durante le proteste, Israele afferma che sta proteggendo il suo confine e intraprende tale azione solo quando i manifestanti – alcuni dei quali lanciano bombe incendiarie o cercano di posizionare degli esplosivi -, si avvicinano troppo.

Mentre Israele celebra il suo 70° compleanno, i palestinesi commorano la “Nakba” (Catastrofe) dello sfollamento di massa del loro popolo durante il conflitto scoppiato nel 1948.

Due terzi dei 2 milioni di palestinesi a Gaza sono rifugiati di guerra o loro discendenti. Le proteste hanno visto migliaia di persone radunarsi per chiedere accesso alle case o alle terre perse delle loro famiglie, ora in Israele.

Israele afferma che Hamas sta usando le proteste come copertura per cercare di attuare attacchi. Hamas nega l’accusa.

Traduzione di F.H.L.