Essere bambini in Palestina

Essere bambini in Palestina.
  
Save the Children, la più grande organizzazione internazionale
indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dei bambini
nel mondo, ha da poco reso noti alcuni dati riguardanti le condizioni
di vita dei bambini palestinesi nei Territori occupati. 

Sono in maggioranza i ragazzi e le ragazze in Palestina

Quasi quattro milioni di Palestinesi vivono nei Territori occupati,

2,5 milioni nella West Bank e 1,49 milioni nella Striscia di Gaza; il
53% della popolazione, pari a 2,1 milioni, è di età inferiore ai 18
anni.

In maggioranza sono nati profughi 

Il 42% dei bambini palestinesi sono da considerarsi rifugiati, dato
che sale al 69% con riguardo alla sola Striscia di Gaza.

Ne hanno ammazzati uno ogni tre giorni in questi ultimi 7 anni

882 bambini palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano
o dai coloni nel periodo compreso tra lo scoppio della seconda

Intifada (settembre 2000) ed il 30 giugno 2007.

A giugno ne son morti 16 e 27 ne sono rimasti feriti 

Nel solo mese di giugno, l’esercito israeliano ha ucciso 9 bambini
e ne ha feriti 21, mentre gli scontri intestini tra i gruppi armati
palestinesi hanno causato la morte di 7 bambini ed il ferimento di
altri 6.

 68 hanno cercato di nascere nonostante un check-point, metà non ce l’hanno fatta

Dal settembre del 2000, 68 donne palestinesi sono state costrette a
partorire presso un check-point, fatto questo che ha determinato la
morte di 4 donne e di 34 neonati.

Molti stanno nelle galere israeliane
 
Alla fine di giugno, 426 minori palestinesi risultano detenuti nelle prigioni israeliane.

A molti di più è stata distrutta la casa

A partire dallo scoppio dell’Intifada e fino alla fine del 2006,
solo a Gaza Israele ha distrutto totalmente o parzialmente 7.287
abitazioni, lasciando senza un tetto 34.902 bambini su un totale di

68.692 residenti; nella West Bank, le case distrutte ammontano a
3.302 e i Palestinesi interessati a 16.510.

Due su tre sono poverissimi

7 famiglie su 10 nei Territori occupati, vale a dire 2,4 milioni di
 Palestinesi, vive al di sotto della soglia di povertà,
e tale dato ricomprende circa i due terzi dei bambini palestinesi.

Troppi lavorano per sopravvivere 

40.000 bambini dei Territori occupati sono costretti a lavorare, a causa delle pessime condizioni finanziarie delle famiglie.

Non mangiano abbastanza o convenientemente

Una malnutrizione cronica interessa il 10% dei bambini al di sotto
dei 5 anni; solo a Gaza, ben 50.000 bambini risultano malnutriti. 

Le condizioni di vita compromettono  gravemente il loro sviluppo 

Piu’ del 70% dei bambini di Gaza al di sotto dei 9 mesi risulta
affetto da anemia, il che può determinare gravi conseguenze per il
loro sviluppo fisico e cognitivo.
 
Hanno un terzo dell’acqua che gli servirebbe
 

La maggior parte dei Palestinesi vive con una dotazione d’acqua
ben inferiore a quanto raccomandato dalla World Health Organization per cucinare, bere e lavarsi (150 litri al giorno per persona); nella West Bank ciascun Palestinese ha accesso a circa 56 litri d’acqua al giorno, mentre tale quantità scende a 51 litri nella Striscia di Gaza.

Israele non permette che siano curati o non gliene da la possibilità 

Per il 27% delle famiglie palestinesi risulta problematico accedere
ai servizi sanitari a causa d
ei check-points di Tsahal, per il 37% a
causa delle chiusure e delle restrizioni israeliane, e per il 46% a
causa dei costi dei trattamenti medici.  

Troppi muoiono per mancanza di cure adeguate 

10.000 bambini muoiono ogni anno, a causa soprattutto di malattie
prevenibili e scarse cure per i neonati.

Sono impauriti, traumatizzati, stressati oltre ogni limite 

Quasi la metà dei bambini palestinesi ha avuto esperienze di forti
traumi e stress causati dalle violenze e dai raid israeliani, o è
stato testimone di violenze contro un membro della propria famiglia. 

Israele non permette che vadano a scuola con regolarità e in sicurezza 

A causa delle chiusure e dei coprifuoco, più di 226.000 scolari di
580 scuole della West Bank, particolarmente nella zona
settentrionale, trova impossibile, saltuario o pericoloso il recarsi a scuola.  

Quando ci vanno sono perseguitati 

Un’intera generazione di bambini giornalmente assiste sempre più a
episodi di violenza, persino all’interno delle scuole, che dovrebbero
essere luogo sicuro e protetto; uno studio risalente al 2004 della
Birzeit University ha rilevato che il 45% degli studenti ha visto la
propria scuola assediata dall’esercito israeliano, il 18% ha
assistito all’uccisione di un compagno di scuola ed il 13% a quella
di un insegnante.

Un’intera generazione di bambini – aggiungo io – massacrata e in
balia di un’occupazione militare illegale e sempre più brutale e
feroce, abbandonata a un destino di violenza, morte e devastazione
dall’Occidente "civilizzato", che assiste impassibile ad ogni più

efferato crimine di guerra commesso quasi quotidianamente dai
valorosi soldatini di Tsahal.

Nessuna pena, nessun soccorso e, dunque, nessuna speranza per questi poveri innocenti.
 
Nessuna speranza, neanche per il piccolo Talal, 5 anni, che allo
staff di Save the Children ha dichiarato:
"Vado all’asilo ogni giorno da solo. Ho paura quando vado solo. Ho
paura che gli Israeliani mi spareranno. Vorrei che fosse mia madre a
portarmi all’asilo, ma mia madre è occupata. Mio padre è stato
arrestato dagli Israeliani e adesso è in prigione.

Ho visto gli Israeliani prenderlo. Non l’ho più visto da allora".

E noi, che stiamo facendo per il piccolo Talal? 
 

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