Estremisti ebrei frantumano bottiglia di vino nella moschea di Al-Aqsa

Gerusalemme – Ma'an.  Testimoni oculari hanno comunicato che, ieri mattina, una bottiglia di vino rosso è stata frantumata sul pavimento della moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme, da alcuni “estremisti ebrei”, infiltratisi nel complesso.

L’alcool è proibito dall’islam e portarlo con sé in un luogo sacro islamico è considerato una dissacrazione.

L’incidente è stato reso pubblico dall’Al-Aqsa Foundation for Heritage and Islamic Endowments. I funzionari del Waqf hanno riferito a Wafa, l’agenzia stampa dell’Autorità palestinese, che il gruppo di visitatori ebrei “stava bevendo vino e rompendo le bottiglie vuote sul pavimento per celebrare la festa ebraica di Shavout”.

Alcuni funzionari della Fondazione hanno dichiarato che il gruppo ebraico è entrato nel complesso attraverso il cancello di Magharbe, sotto la protezione della polizia israeliana.

Secondo la relazione di Wafa, la polizia israeliana non è intervenuta se non per separare il gruppo ebraico dai fedeli musulmani, infuriati per la violazione della legge religiosa.

In base al comunicato della Fondazione, le guardie della moschea e le forze israeliane sono state richiamate nella zona quando è avvenuto l'incidente.

La moschea di Al-Aqsa è il terzo luogo sacro dell'Islam. Gli ebrei ritengono che il muro di contenimento occidentale della moschea sia stato, un tempo, il muro del Secondo Tempio. I quartieri che una volta si trovavano vicino al muro sono stati demoliti nel 1967, per creare una grande zona di preghiera accanto al muro e i gruppi ebraici spesso richiedono di entrare in Ash-Sharif – il Nobile Santuario – in cui si trova la moschea, per venerare quello che si presume essere il Monte del Tempio.

Martedì, il parlamentare israeliano Michael Ben-Ari, del partito di destra Unione Nazionale, ha visitato la moschea con un gruppo di coloni israeliani.

 

 

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